San Marino. “Scuola: non si entra a gamba tesa”

Giovedì scorso il Consiglio Grande e Generale ha analizzato le istanze d’arengo trovando un accordo sui tempi, la discussione è andata avanti fino alle 2 di notte evitando così la giornata del venerdì in modo da risparmiare tempo e anche soldi pubblici. Questo secondo alcuni ha tolto qualcosa alla qualità del dibattito. A volte tuttavia, la gran parte delle volte, la quantità di ore che si impiegano a discutere di una cosa non garantisce affatto il livello di quel confronto. Vale dunque la pena dare risalto al modo in cui il Consiglio si è approcciato a determinate istanze partendo da quella che proponeva l’aumento delle ore di inglese alle elementari. Il Consiglio ha respinto tale istanza ma non lo ha fatto a cuor leggero. E’ stato il Segretario alla cultura Andrea Belluzzi a spiegare come la nostra scuola tenga in altissima considerazione lo studio non soltanto dell’inglese ma delle lingue in generale. “Ciononostante – ha detto – nella scuola non si dovrebbe mai entrare a gamba tesa. Se vogliamo fare un confronto con la vicina Italia in molti casi le maestre che insegnano inglese non hanno al contrario dei nostri insegnanti una preparazione specifica. Le modifiche non possono arrivare da fuori e non possono altresì non tener conto dei programmi nella loro complessità. Una mera riflessione sulla quantità delle ore rischia di lasciare il tempo che trova.”. Concetti che sono stati condivisi dall’aula tanto che anche il consigliere di Libera Morganti ha detto: “sono perfettamente d’accordo con il Segretario, noi non dobbiamo creare dei traduttori automatici ma dei cittadini attivi con delle conoscenze, delle capacità, non vanno creati dei robot che automaticamente sanno fare solo determinate cose. Non solo la nostra scuola è assolutamente in grado di fornire tutte le competenze ma il plurilinguismo è un caposaldo. Forzare la mano sul numero di ore di inglese ritengo non sia positivo”. Nessuno comunque mette in dubbio l’importanza dell’inglese il problema è forse legato alla percezione che si ha della scuola da fuori. Scrive Paola Mastrocola nel suo ormai notissimo ‘Togliamo il disturbo’: “Si è creata una sorta di Ambizione Scolastica Famigliare (ASF o ASF-ASF a seconda dell’intensità di detto sentimento) smodata e del tutto nominale, non sostanziale: non importa niente a nessuno che cosa realmente la scuola di oggi insegni né che cosa realmente il figlio impari, ma contemporaneamente diventa importantissimo che scuola il figlio frequenta, che liceo, dove, quante e quali strade gli vengano aperte poi. Per l’estero, naturalmente, perché l’Italia è data per persa e quindi non sia mai che mio figlio studi qui, magari dietro l’angolo di casa, ignominia”! Se è importantissimo e anzi cruciale imparare l’inglese, altrettanto vitale è imparare l’italiano perché senza aver appreso i rudimenti della propria lingua difficilmente – gli studi lo provano – riusciremo ad apprenderne un’altra. E sulla conoscenza della nostra lingua i dati parlano di oltre il 70% di persone che in Italia sarebbero analfabeti funzionali e sono coloro che pur sapendo leggere e scrivere funzionano però come analfabeti perché purtroppo non comprendono quello che leggono. Dati drammatici che devono accendere più di un campanello d’allarme. E male non farebbe approfittare anche di questi giorni in cui le scuole sono chiuse per prendere coscienza delle proprie lacune e tuffarsi nello studio.

Repubblica Sm