Al termine della passata legislatura, con Andrea Belluzzi alla Segreteria della Pubblica Istruzione, si era aperto il dibattito sulla necessità di introdurre nelle scuole di San Marino la settimana corta. Questo tema si sta riaccendendo anche con l’attuale Segretario Teodoro Lonfernini, che ha dichiarato di voler affrontare il problema e cercarne una soluzione.
La domanda è: sì o no alla settimana corta nelle scuole? Nella vicina Italia, sempre più istituti scolastici hanno adottato o stanno adottando questa soluzione, che consentirebbe di risparmiare risorse pubbliche e di concedere a bambini e ragazzi più tempo per riposarsi, stare in famiglia o dedicarsi ad attività extrascolastiche. Ma non tutti sono favorevoli, e tra gli interessati vi è una profonda divisione, con opinioni divergenti.
Ma quali sono le ragioni del sì e del no alla settimana corta? Quali i pro e i contro di un orario scolastico ridotto al periodo dal lunedì al venerdì, con giornate più lunghe? L’adozione della settimana corta significherebbe eliminare la scuola il sabato, passando da sei a cinque giorni di attività scolastica settimanale.
Le perplessità sorte a San Marino sul tema della settimana corta sono simili a quelle che scuole e operatori scolastici italiani hanno affrontato e continuano a discutere, sebbene con qualche differenza dovuta alle diverse normative e modalità organizzative dei due Paesi.
Qualunque decisione prenda il Segretario Lonfernini, comporterà inevitabilmente vantaggi e svantaggi. Tra i vantaggi, possiamo elencare:
– Un giorno di riposo in più durante la settimana;
– Più tempo libero per famiglie e amici;
– Maggior tempo da dedicare agli hobby;
– Risparmio sui trasporti scolastici;
– Riduzione delle spese per luce, gas e acqua nelle scuole.
Però, ci sono anche degli svantaggi, come:
– Un orario scolastico quotidiano più intenso, con almeno sei ore di lezione al giorno, a meno che non si preveda di anticipare l’inizio dell’anno scolastico o posticiparne la chiusura;
– Minor tempo disponibile per altre attività durante i pomeriggi scolastici;
– Difficoltà nella gestione dei figli per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano tutto il giorno, compreso il sabato.
Ora spetta al Segretario Lonfernini trovare una soluzione a questa complessa questione, che inevitabilmente accontenterà una parte del mondo scolastico, ma potrebbe scontentarne un’altra.
Paolo Forcellini – LO STRADONE