La variante di Piano regolatore che porta la sua firma e il progetto The Market, in cui ha sempre creduto, non si toccano. Antonella Mularoni è il segretario di Stato che può sorridere più di tutti gli altri colleghi dell’esecutivo, alla luce dell’esito del referendum.
«Sono molto contenta – commenta – che abbia prevalso la prospettiva di sviluppo per il Paese, per chi non ha lavoro e per quei settori dell’economia in difficoltà».
Quello sul polo della moda è l’unico dei quattro quesiti referendari a non aver raggiunto il quorum, con il risultato che ora non ci saranno più ostacoli alla realizzazione del polo commerciale di imprenditori esteri come Borletti Group e Dea. Via libera quindi ad un progetto per cui si prevedono centinaia di nuovi posti di lavoro, per un investimento privato da 100 milioni di euro.
«E’ un segnale positivo – sottolinea il segretario Mularoni – per gli investitori presenti e quelli potenziali che arriveranno, diversamente sarebbe stato un disastro».
«San Marino ha scelto la speranza – commenta Nicola Renzi – ma gli altri tre sì non possono essere minimizzati. La popolazione ha scelto in modo autonomo senza farsi condizionare dagli schieramenti politici».
«La grande affluenza è la prova che la cittadinanza segue e partecipa alle questioni che interessano il nostro Paese», sottolineano Maria Luisa Berti e Marina Lazzarini.
Intano i partiti organizzano le riunioni per le riflessioni sull’esito del voto. La Democrazia Cristiana ha già fatto sua una prima analisi: serve maggior dialogo con la gente.
E per quanto riguarda il futuro della maggioranza? Nessun problema – dice Marco Gatti – se ci sarà coesione nell’affrontare le priorità». Con ogni evidenza se il progetto del polo della moda fosse stato affossato dagli elettori, l’esecutivo avrebbe dovuto fare i conti con una crisi di governo. Così non è stato anche se per un soffio di voti. Il Resto del Carlino
