San Marino. Sds Beccari: “Misure prese non verranno stravolte”

Non siamo ancora fuori dall’emergenza ma essa è per definizione una condizione eccezionale per cui oltre a gestirla è anche necessario pensare al dopovirus, a quando la vita ricomincerà a scorrere e ci sarà tanto da ricostruire. Frattanto saranno proprio le condizioni eccezionali a misurare le capacità di resistere alla crisi di cittadini e istituzioni. Come il governo sammarinese sta affrontando l’emergenza lo abbiamo domandato al segretario agli esteri Luca Beccari.

In questi giorni non sentiamo più soltanto parlare di emergenza sanitaria ma anche di emergenza diplomatica. Può spiegarci nel dettaglio questo aspetto?
“Non parlerei di emergenza diplomatica ma piuttosto della necessità di fare talvolta fronte a criticità nell’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale e prodotti sanitari che deriva dalle misure restrittive adottate in molti Paesi con riguardo alle esportazioni di tale materiale. Di qui l’esigenza di utilizzare le reti diplomatiche per facilitare il transito di questi prodotti. In ogni caso va detto che fortunatamente San Marino ha come mercato di riferimento primario l’Italia. Le complessità con riferimento agli altri paesi variano a seconda delle circostanze. In alcuni casi, una semplice attestazione che il materiale verrà destinato alle strutture ospedaliere può resultare sufficiente. Fortunatamente poi c’è chi in territorio ha pensato di riconvertire la propria azienda proprio per produrre mascherine, il che è un passo verso l’indipendenza sul fronte approvvigionamento”.

A fare da sfondo all’emergenza c’è sempre un bilancio non roseo, ciò rende inevitabile il finanziamento estero?
“Come abbiamo sempre detto sì, è un aspetto fondamentale e infatti stiamo valutando tutte le opzioni possibili per avere risorse disponibili che si renderanno necessarie per accompagnare il Paese verso la ripartenza. Non c’è solo un impatto immediato sul bilancio ma occorre considerare tutti quegli interventi che dovranno essere messi in campo per aiutare in tutti i modi il nuovo inizio. E per farlo bisogna prepararsi ora. Vi saranno scelte da compiere sugli investimenti, sulle misure di sostegno alle imprese, sulle agevolazioni, vi sarà una fase in cui dovranno essere fatte azioni tali da smaltire gli effetti della crisi”.

Quali sono le soluzioni allo studio?
“Stiamo valutando le soluzioni di mercato, l’accesso al mercato dei capitali è anche il parametro di riferimento per l’eventuale ricorso ad altre forme di finanziamento, stiamo inoltre compiendo valutazioni nell’ambito di organismi interazionali che hanno stanziato contributi ai quali anche il nostro Stato potrebbe accedere. Penso al Fmi o all’organizzazione mondiale della sanità. Noi purtroppo siamo stato terzo rispetto alla Ue ma stiamo sondando la possibilità di accedere proprio come stato terzo ad un programma di cooperazione tra stati se la straordinarietà del momento potrà concederlo. E poi ovviamente resta fondamentale la riprogrammazione del bilancio che va necessariamente riadattato all’emergenza”.

Da più parti viene richiesta la convocazione del Consiglio Grande e Generale, qual è la sua opinione in merito?
“La sfera istituzionale non può assolutamente fermarsi. Questa è la fase emergenziale più acuta, c’è stata la necessità di un adattamento in cui era impensabile organizzare anche momenti istituzionali. Ora ci sono le condizioni per organizzare il Consiglio in sicurezza”.

Sono in arrivo misure più restrittive?
“Siamo in una fase di aggiustamento, grandi novità non sono in cantiere, si tratta solo di capire se quello che abbiamo messo in campo sta sortendo il giusto effetto. Se i numeri mostreranno che sarà necessario ragioneremo se cambiare approccio. La risposta che ci arriva dalle aziende per il momento è positiva. Ciò significa che potrebbe essere non necessario stravolgere l’impostazione che è già stata messa in campo, la gran parte delle misure adottabili le abbiamo attuate. L’attenzione alle misure di prevenzione è massima ma non dobbiamo dimenticare la necessità di mitigare gli effetti delle misure che evidentemente impattano in maniera negativa sull’economia”.

Olga Mattioli

Repubblica Sm