I lavori della Commissione consiliare Finanze continuano con la successiva relazione del segretario di Stato Capicchioni, “il Riferimento del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio sui conti pubblici, sul rapporto FITCH e sulla liquidità dello Stato già anticipati nella seduta del 29 giugno 2016”. Da questo secondo intervento del responsabile delle Finanze, emergono preoccupazioni per la sostenibilità dei conti pubblici a medio termine: “Il Bilancio per il 2015 ha chiuso in equilibrio, per il 2016 l’obiettivo è l’equilibrio e si riuscirà a raggiungere- spiega infatti- ma sul 2017 i problemi iniziano ad esserci, è l’anno delle elezioni, con maggiori costi, con il raddoppio dei contributi ai partiti e altri fattori”. Capicchioni rileva infatti che “non ci sono più poste straordinarie attive, abbiamo necessità di rafforzare alcuni settori della Pa, alcuni sono stati a ridotti a tappeto, alcuni, come forze dell’ordine e tributario hanno necessità di essere rafforzate”.
Comma 3. Riferimento del Segretario di Stato per le Finanze ed il Bilancio sui conti pubblici, sul rapporto FITCH e sulla liquidità dello Stato già anticipati nella seduta del 29 giugno 2016
Gian Carlo Capicchioni, Segretario di Stato per le Finanze: “Sul rapporto Fitch, non ho nulla da aggiungere al riferimento della scorsa seduta, non c’è nulla da nascondere, problemi sono sorti per questioni relative alla tempistica. Sui conti pubblici, nella scorsa seduta ho letto un documento inviato ai commissari, i contenuti vanno ribaditi. Ho qualche dato in più rispetto perché nel frattempo sono arrivati alcuni dati della dichiarazioni dei redditi. Rispetto al conguaglio Igr, stimato in 17 mln di euro circa, sulla base del risultato dell’anno precedente, posso affermare che il dato è stato raggiunto e anche superato. Qualcosina in più dal conguaglio arriverà. Questo non deve far pensare a chissà quali cifre, siamo attorno al milione e mezzo di euro in più rispetto all’anno prima. Però anche se ci siamo trovati con un conguaglio superiore all’anno precedente, anche i rimborsi sono superiori e di cifre ancora più sostanziose. C’è un incremento da parte degli operatori economici che ci chiedono più rimborsi, significa che hanno anticipato imposte maggiori e che hanno conseguito minori utili. Il bilancio 2015 poteva avere un risultato maggiormente positivo, invece dobbiamo rivedere le poste compensative delle entrate e uscite Igr e i rimborsi sono una cifra superiore. Questo si riflette anche sui maggiori rimborsi di imposta monofase. Fa pensare che gli operatori economici si sono trovati in una situazione di crisi economica e nella necessità dover ridurre il margine per poter essere più competivi sul mercato oppure gli operatori hanno fatto una pianificazione fiscale più mirata. Da una prima analisi sui dati 2014-2015 sugli operatori economici, emerge che chi era in forfettario dava un gettito di una certa cifra, mentre il gettito dichiarato da questi operatori per il 2015 ci dà la cifra di 150-180 mila euro in meno. Se l’obiettivo era quello di continuare a dichiarare quello e forse qualcosina in meno, abbiamo visto da un lato che ci sono degli operatori che hanno recepito il messaggio e hanno dichiarato redditi anche in maniera percentuale considerevole rispetto al vecchio forfettario, d’altra parte, nel complessivo il gettito di questi soggetti è 150-180 mila euro in meno rispetto a quando erano nel regime forfettario. E’ un dato preoccupante, perché nonostante una sorta di patto sociale che è intervenuto nell’approvazione della legge Igr e delle trattative svolte per raggiungere una equità possibile, ancora siamo lontani da questo risultato. L’imposta Igr è ora a regime e deve cominciare a produrre i suoi effetti. Manca la parte relativa al convincimento da parte delle categorie economiche delle quali non tutti pare stiano facendo la propria parte di dovere. Dal punto di vista controlli tributari da porre in essere dall’ufficio tributario, i tempi sui recuperi saranno lunghi e i benefici sui bilanci di competenza non ci saranno. Abbiamo difficoltà in questo Paese a porre in essere quelle azioni e attività di ‘convincimento’ e partecipazione da parte delle categorie degli operatori economici. Bisogna concentrare risorse in questa diensione. Fare controlli risulta difficile, lo sappiamo, perché ‘non ci sono risorse’ e ‘ci conosciamo tutti’ .
Il Bilancio per il 2015 ha chiuso in equilibrio, per il 2016 l’obiettivo è l’equilibrio e si riuscirà a raggiungere, ma sul 2017 i problemi iniziano ad esserci, è l’anno delle elezioni, maggiori costi, con il raddoppio dei contributi ai partiti e altri fattori. Non ci sono più poste straordinarie attive, abbiamo necessità di rafforzare alcuni settori della Pa, alcuni sono stati a ridotti a tappeto, alcuni, come forze dell’ordine e tributario hanno necessità di essere rafforzate. Poi l’Iss, un colpo mortale, ci chiede 72 mln per il 2017 solo per la spesa sanitaria, altri 17 mln per il discorso previdenziale. Se vogliamo che l’Iss funzioni è chiaro che ha un costo. E il costo dell’istituto oggi ha lo stesso valore dell’entrate Igr che sono attorno ai 100 milioni di euro. Al netto dei rimborsi abbiamo poco più di 90 mln di euro ed è quello che ci chiede l’Iss. Abbiamo imposte destinate interamente a coprire i servizi Iss.
Non vuol dire che dobbiamo tagliare a brutto muso, se ci sono risparmi sicuramente va fatto, l’Iss andrà sicuramente monitorato, ma dobbiamo sapere cosa effettivamente costa. Difficilmente riusciremo a mantenere il bilancio 2017 in equilibrio, cosa invece necessaria per consolidare i conti pubblici e trovare quella liquidità necessaria per il funzionamento della ‘macchina’.
Sul fronte della liquidità, siamo ad un livello, rispetto agli anni passati, di risorse esigue. Ogni volta che un ente, in particolare l’Iss, ci chiede un aumento di fondi dobbiamo guardare se le Casse sono capienti o in difficoltà, è un aspetto che va affrontato, per mantenere il bilancio quantomeno in equilibrio e magari con un piccolo risultato positivo nel breve-medio periodo. Per questo si dice che è necessario affrontare riforme strutturali, previdenza, ammortizzatori sociale, completamento del mercato del lavoro, imposizioni diretta. Oggi ci troviamo con la coperta molto corta”.