San Marino. Sds Gatti assicura: “Finanziaria non sarà da lacrime e sangue” (l’intervista di David Oddone)

Intervista a tutto campo con il Segretario alle Finanze, Marco Gatti, con il quale abbiamo affrontato gli argomenti più scottanti e di stretta attualità.

Segretario, dal Consiglio centrale della DC è emerso chiaramente che per le future alleanze saranno decisive convergenze su Ue e Bilancio. Che finanziaria ci aspetta? Da lacrime e sangue?

“Questa legislatura ha ereditato un Paese in ginocchio quale conseguenza di mancate scelte e di scelte alquanto discutibili, come la cessione dei crediti Delta di Cassa di Risparmio, che avevano seriamente compromesso l’equilibrio del Bilancio e la liquidità del sistema e dello Stato. A questo si sono sommati fattori esterni come il COVID e la guerra russo-ucraina. Nonostante questo scenario il Governo non ha mai proposto interventi da lacrime e sangue. Per quale ragione oggi dovremmo presentare una finanziaria da lacrime e sangue quando il Bilancio è in equilibrio da ormai tre esercizi, la liquidità di sistema e dello Stato è cresciuta ed in sicurezza, il PIL cresce più di ogni altro paese europeo?”.

 

Il governo italiano ha annunciato la volontà di inserire in finanziaria un provvedimento per rafforzare i controlli dei veicoli provenienti dalla Repubblica di San Marino. Perché accade? E quale l’impatto sui nostri concessionari?

“Da una serie di controlli interni, che hanno visto anche la collaborazione con le autorità italiane preposte, sembrano essere emerse immatricolazioni in Italia con documenti formalmente provenienti da San Marino risultati falsi, pertanto, ci troviamo in presenza di truffe. Non sembrano emergere conseguentemente responsabilità da parte dei nostri operatori ma vi sono delle indagini in corso che, una volta giunte a compimento, chiariranno e definiranno meglio i confini della vicenda. Difficile oggi avere una certezza sull’impatto per i nostri operatori stante che quello che potrebbe cambiare sono i tempi necessari all’amministrazione per completare le immatricolazioni. Se, come ci auguriamo, le procedure saranno concertate tra le autorità dei due Stati, ritengo che si possa raggiungere l’obiettivo di contrastare truffe e possibili elusioni senza compromettere il servizio al cittadino”.

 

L’ associazione alla UE ci consentirà di bypassare questo tipo di iniziative unilaterali da parte dell’Italia?

“La procedura presentata in finanziaria dal governo italiano è esattamente quella che applicano ai paesi comunitari. Vero è che San Marino sull’interscambio ha accordi specifici con l’Italia, propri del particolare rapporto di interconnessione che ci caratterizza ed è proprio per questo che ritengo sia necessario sul settore veicoli implementare lo scambio di informazioni tra autorità forti di quello che tra paesi europei ancora non c’è, mi riferisco alla fatturazione elettronica e all’IVA prepagata”.

 

Cosa avete intenzione di fare per il rilancio del settore immobiliare e lo smobilizzo di immobili residenziali non occupati?

“Non è un tema per cui si possa dire di avere la soluzione in tasca. Vi sono immobili allo stato grezzo che possono non essere stati completati perché non si hanno sufficienti risorse, oppure perché costruiti per i figli, oppure perché sono NPL delle banche. Sugli immobili abitabili mi sembra un assurdo non locarli e sinceramente non ho contezza di quanti possano essere. Penso che non sia corretto non mettere a disposizione del mercato immobili che peraltro costituiscono un consumo di territorio pertanto qualche politica in questa direzione, se non vi sarà un naturale sblocco, andrà studiata”.

 

Per i sindacati senza risposte concrete per la tutela di stipendi e pensioni sarà inevitabile la mobilitazione. Che cosa risponde?

“Siamo l’unico Paese che non ha incrementato le tasse, che ha introdotto una riforma pensionistica non aggressiva, che attua un contenimento del costo delle utenze rispetto a tutti gli altri Paesi europei, che ha una politica costante di contenimento del costo dei carburanti, una scontistica SMAC, la cui sanità è gratuita senza ticket, la cui disoccupazione fisiologica è prossima allo zero, ne è prova anche il fatto che stanno crescendo i lavoratori frontalieri. Di risposte ve ne sono già tante, date dallo Stato, ma c’è chi finge di non conoscerle forse per raggiungere altre finalità. Comunque, con i sindacati ci confronteremo ma noi siamo per attuare interventi sulle situazioni di povertà non a pioggia, perché sulla massa, come ho già detto, di interventi ne sono stati fatti già tanti”.

 

Il decreto sulle crypto appare certamente un ottimo strumento per normare il settore e allo stesso tempo attrarre investitori. Di fatto però senza l’ok di Bcsm e Aif è tutto fermo. Quando si sbloccherà la situazione?

“Il decreto deve essere ratificato e le Autorità hanno sei mesi per emettere i necessari regolamenti. È un momento in cui il lavoro alle Autorità non manca ma sono sicuro che rispetteranno i tempi dettati dalle norme”.

 

A proposito di Bcsm, si rileva un aumento della raccolta, il che certifica l’ottimo lavoro della governance. Qual è lo stato di salute del sistema?

“Lo stato di salute è molto migliorato. Certo per poter accedere al mercato unico gli istituti hanno ancora un po’ di strada da percorrere però la direzione è quella giusta. Oggi possiamo contare su un sistema bancario più solido che tranquillizza imprese e risparmiatori”.

 

C’è parecchia attenzione sul protocollo UE relativo ai Servizi Finanziari. Può spiegare, per trasparenza, come il Titano intende rassicurare i partner europei e allo stesso tempo tutelare il nostro sistema?

“San Marino e Andorra chiedono di poter partecipare a pieno titolo al mercato unico dei capitali e dei servizi finanziari nel rispetto delle regole stabilite dalla Comunità europea, comprese le regole di vigilanza. Questo ritengo sia sufficiente per rassicurare i partner europei. Per garantire il sistema, invece, sarà possibile una partecipazione al mercato unico, in regime di reciprocità, che per i settori bancario, assicurativo, gestioni patrimoniali e del mercato mobiliare potrà essere completata entro 15 anni”.

 

Dopo la finanziaria si andrà al voto o come vorrebbe qualcuno si prenderà tempo approfittando di un costoso, e dal mio punto di vista pericoloso, referendum sulla UE?

“È sempre azzardato fare previsioni sulla data delle elezioni. La logica suggerirebbe di andare al voto alla fine della primavera così che il nuovo governo possa insediarsi e preparare con i giusti tempi la finanziaria 2025. Sul referendum ritengo che prima occorra bene approfondire l’accordo che una volta divenuto pubblico sarà più semplice dibattere. Comunque, i tempi per il referendum non devono per forza essere tassativi. L’accordo viene prima parafato, poi firmato e infine ratificato dai parlamenti”.

 

David Oddone

(La Serenissima)