Non si tratta di uscire dalla crisi ciascuno per sé ma di venirne fuori tutti assieme. Parole sacrosante che il Segretario al Lavoro Teodoro Lonfernini ha pronunciato in un video diffuso via facebook per sottrarsi, almeno virtualmente, al lungo isolamento che lo vede confinato in una parte di casa sua dallo scorso primo aprile. “Le conseguenze psicologiche di questo lungo isolamento – ha affermato Lonfernini colpito da Covid-19 – cominciano a farsi sentire anche se so di essere fortunato perché asintomatico e per questo il mio pensiero è sempre rivolto a chi soffre. Ciò che mi pesa di più è, dopo 12 anni, non poter prendere parte ai lavori del Consiglio e non poter svolgere tutte quelle attività necessarie al mio Paese, sebbene da qui io abbia la possibilità di lavorare”. Nel suo messaggio il segretario al Lavoro ha di fatto anticipato i provvedimenti che verranno e che con ogni probabilità saranno licenziati oggi in seno al Congresso di Stato.
“Siamo partiti da un provvedimento di grande restrizione – ha spiegato Lonfernini – adesso dobbiamo pensare a che cosa aprire dal 4 di maggio. L’Italia si è data il primo giugno per la riapertura di tutto. Noi possiamo fare qualcosa di più, anticipare i tempi grazie al fatto che siamo più piccoli”. Si guarda alla necessaria ripartenza ma con le dovute cautele. “C’è bisogno di prudenza – ha riflettuto Lonfernini – di più consapevolezza, di determinazione per far ripartire il Paese, riprendere la libertà, sono il primo a dire: riapriamoci. Però facciamo attenzione e ricordiamoci di quello che abbiamo vissuto. Io purtroppo ricorderò questo incubo per lungo tempo. In questi giorni siamo al lavoro per rivedere e perfezionare i meccanismi economici della ripartenza, sono allo studio misure per gli ammortizzatori sociali e per contenere ancora la spesa. Nostro onere è non lasciare indietro nessuno, aiutare soprattutto chi è indigente ma per farlo dobbiamo sempre guardare anche l’equilibrio di bilancio. Nel frattempo continueremo a lavorare su provvedimenti di carattere straordinario”. Soprattutto per Lonfernini guardare alla ripartenza significa oggi riscoprire un senso di patria che era perduto. “A qualcuno questi suoneranno come discorsi del piffero – ha detto un autoironico Lonfernini – per me rappresentano tutto perché questo è il momento che tutti noi come cittadini di questo Paese restituiamo ciò che abbiamo avuto. Il Paese adesso ha bisogno di ricevere indietro quello che ha dato in tanti anni, quindi chi parla di comprare fuori, non ha capito il tempo che abbiamo vissuto e che vivremo. Dobbiamo muoverci assieme per salvare il Paese. Serve quel quid che può venire da parte di tutti i cittadini. Torniamo a vivere il nostro Paese – che dispone di tutto – pienamente. Abbandoniamo la mentalità di chi dice ‘lo Stato non ci aiuta abbastanza e i provvedimenti non sono sufficienti’. Il Paese che desidero è un Paese liberare che pur nelle sue estreme difficoltà, se da una parte mi concede tanto, dall’altra ha cittadini che si sentono in dovere di ridare indietro tanto. Se c’è qualcuno che queste cose le va a gridare dentro l’aula consiliare lo si sostenga, non lo si lasci isolato. Basta con chi va in aula a dire cose pensate da altri. E basta con l’egoismo che è tornato pericolosamente alla ribalta dopo che in un primo momento sembrava che il sentimento principe fosse quello della solidarietà. Nessuno ne viene fuori da solo. Si tratta di fare squadra per far sopravvivere il Paese”.
Repubblica Sm