Scrive Natalia Ginzburg “Una delle cose che più mi addolora è la facilità con cui le persone intorno a me perdono il gusto dei problemi generali dinanzi al pericolo personale”. Una ‘prova’ questa che nella scorsa legislatura è toccata a tanti e che in pochi hanno superato. Tra questi c’è – gli elettori glielo hanno ampiamente riconosciuto – l’attuale Segretario Roberto Ciavatta che senza mai perdere di vista l’interesse generale, ha collazionato una serie di grane giudiziarie. Ed è su queste che si è concentrata l’ultima parte di una interessante puntata della trasmissione Close up in onda il mercoledì su Rtv e condotta dal direttore dell’emittente Carlo Romeo. A tal proposito il segretario alla Sanità Roberto Ciavatta ha detto: “Le pendenze giudiziarie alle quali fa riferimento hanno colpito quei rappresentanti del movimento che in maniera più veemente hanno messo in discussione lo strapotere che c’era nella scorsa legislatura, tutto deriva da lì. Potrei rispondere come Salvini e dire ‘la mettiamo sulle altre, qualsiasi denuncia arrivi’. Non è così, la vivo anche con certa apprensione. Sono stato denunciato non per avere rubato ma forse per aver cercato di allontanare chi stava approfittando delle sue posizioni, poi sarà la storia a dirlo. Io vado tranquillamente di fronte alla magistratura a ribadire le mie convinzioni. Certo va fatto rilevare un tempismo che spesso si ripete nel nostro Paese, che vede arrivare questi provvedimenti tutti da aree ben predefinite, ad orologeria, senza la volontà di entrare in nessun merito, qualche domanda me la faccio. Ho fatto parte della commissione giustizia dove mi sono scontrato con la controparte togata, quella controparte che è la stessa chiamata a giudicarmi. Le cose per cui sono denunciato sono talmente ridicole che l’unico problema nasce nel momento in cui sono gli stessi giudici con i quali mi sono scontrato in organismi istituzionali, dove io avevo il dovere di farlo, a giudicarmi”. Il direttore di Rtv ha proseguito l’intervista domandando a Ciavatta se avesse trovato edificante il dibattito sulla giustizia che si è svolto in aula. “Non mi è piaciuto il dibattito in Consiglio – ha risposto Ciavatta – C’è la necessità di portare il Tribunale a una situazione di normalità affinché torni a essere operativo. Quindi qualcosa bisogna fare, si parte dalle storture che impediscono un rispetto della legge necessario per introdurre le modifiche che successivamente dovranno venire. Oggi in posizioni che si sono invertite continua da parte di chi è stato per forza di cose il maggior responsabile di questo disequilibrio, una lotta a difesa di una parte della magistratura. Personalmente farò di tutto perché non sia una parte a vincere sull’altra. Detto questo il Tribunale avrebbe il dovere di rispettare le leggi a partire dai criteri di arruolamento, rispettando le modalità di definire gli stipendi, rispettando altresì le incompatibilità. Il mio sogno sarebbe riuscire ad avere un accordo stretto con il Consiglio Superiore della Magistratura e con la Repubblica Italiana per cui i magistrati a San Marino fossero parte della carriera italiana, non intendo ovviamente che si debba appaltare il Tribunale, intendo dire che il magistrato di Roma, Torino etc si fa magari 10 anni a San Marino poi torna e gli vengono riconosciuti come carriera, altrimenti stanno 40 anni qui e dopo 40 anni conoscono tutti e hanno già deciso la parte in cui stare”.
