Priorità e’ far funzionare i cellulari in tempi brevi, obiettivo realizzabile già in pochi mesi, aprendo alla concorrenza e nel rispetto della sovranità. Dalla sede di Civico 10, i consiglieri Matteo Ciacci e Luca Boschi, insieme al segretario di Stato Andrea Zafferani, fanno il punto sui temi affrontati nell’ultima sessione consiliare e, in particolare, sul dibattito sulle telecomunicazioni.
Boschi fissa i criteri che hanno spinto a riprendere in mano il progetto Polab e a rivederlo: ovvero la salvaguardia della salute, come quella del paesaggio, il criterio della funzionalità e i costi, oltre ovviamente alla sovranità.
Così “siamo partiti dal progetto Polab originale, elaborato nella precedente legislatura- spiega- poi in Consiglio e’ stato prospettato un piano modificato secondo i nostri obiettivi”. Tra questi anche la fine del monopolio e l’apertura alla concorrenza che viene garantita attraverso pali su cui installare le antenne “di proprietà dello Stato, cui verra dato accesso almeno a tre operatori”.
Boschi osserva come, alla fine dei conti, dalle coalizioni di minoranza siano emerse proposte simili al modello proposto dalla segreteria di Stato, quelle di “un sistema misto di pali e microcelle”. Il segretario Zafferani spiega quindi i passi compiuti: “Ho portato in Consiglio una relazione con tutte le informazioni necessarie per far comprendere le scelte che andremo a fare”.
A chi ha osservato che dovevano essere compiuti ulteriori studi o approfondimenti, Zafferani replica che “il tempo di fare studi e relazioni è finito, se non ci muoviamo, restiamo nel medio evo della comunicazione”. A chi ha accusato il governo di aver portato un piano “pro Telecom” fa notare come, al contrario, “si mira a creare concorrenza, con almeno tre operatori”.
E ancora:”Siamo stati accusati di non avere valutato l’impatto con altri studi- prosegue- ma ci sono evidenze tecniche e ci indicano che coprire il territorio solo con microcelle ha costi non sostenibili in questo momento e che esiste un’alternativa, con meno costi, medesimi risultati e senza ulteriori rischi per la salute”.
E proprio perchè “non ci siamo mossi con approccio dogmatico”, il piano Polab, che prevedeva solo installazione di pali su cui installare antenne, è stato rivisto in un approccio integrato e riadattato: “Non ci sarà bisogno di tutti i siti ipotizzati- sottolinea- alcune zone, per esempio i borghi, saranno coperti con microcelle e non con i pali”.
Punto critico del piano, per Zafferani, è rappresentata dalle altezze dei pali che però “serve a tutelare le persone che abitano nelle vicinanze dei siti radianti”, precisa. Prima ancora che con la realizzazione del primo lotto di pali per antenne, un miglioramento nel funzionamento dei cellulari si potrà registrare con l’assegnazione delle frequenze 4G che avrà l’effetto di “sgravare la rete”. I tempi tecnici per rendere operative le assegnazioni, spiega il segretario, sono di circa un paio di mesi.