San Marino. Se i teste di accusa fanno vacillare le accuse c’è qualcosa che non va in quelle inchieste… E cosa potrebbe svelarlo definitivamente la conclusione del forse “arenato” Caso Titoli … di Enrico Lazzari

E ci risiamo… Cambia il “suonatore” ma la musica è sempre la stessa. Mi riferisco al Processo Gatti e al Processo Mazzini, dove sono addirittura i teste citati da accusa, nel caso inquirenti che hanno preso parte alle indagini, a smontare l’ipotesi accusatoria. Siamo all’assurdo logico…
Partiamo con l’ex Ispettore del Gruppo Interforze Paolo Francioni che, in Aula, durante il processo, incalzato dalla difesa, ha affermato che, se non ricorda male, “le uniche somme di denaro che sono transitate nel conto corrente di Gatti sono relative al pagamento di immobili acquistati per le figlie” e che “queste somme erano sicuramente coperte dagli introiti dell’attività lavorativa di Gatti”. E ciò dopo aver riconosciuto già negli atti che “dai particolari delle operazioni bancarie o immobiliari dei familiari e parenti non risultano connesse alle disponibilità di Gatti”.
Vien da chiedersi, quindi, su che soldi è incentrato il riciclaggio che è alla base del rinvio a giudizio? Forse emergeranno altri elementi durante il processo, ma se i teste di accusa stessi forniscono testimonianze funzionali alle tesi di difesa le accuse appaiono a dir poco traballanti, se non addirittura campate in aria. Vedremo…
Intanto, senza mezzi termini, lo stesso Francioni, rispondendo ad una domanda precisa del difensore ha dovuto ammettere che i versamenti monetari di cui si parla non è provato abbiano provenienza illecita. Punto.
E ciò avviane, si ricordi, dopo che Gabriele Gatti, per anni e anni vero vertice del potere politico sammarinese, si è fatto -nell’ambito della stessa inchiesta oggi dibattuta nel processo- mesi e mesi di custodia cautelare per ipotesi di reato che non hanno trovato conferma neppure nel decreto di rinvio a giudizio…
Questo mi fa tornare alla mente una testimonianza ascoltata, sempre da un testimone di accusa con compiti di indagine (scusate, non ricordo il nome), durante le prime udienze del Processo Mazzini, quando si scoprì che la compagna dell’ex Segretario Podeschi figurava fra gli imputati di un capo di imputazione solo perchè -lo sostenne davvero in aula il teste!- si sarebbero “scordati” di toglierla dai relativi atti.
Ma le incongruenze della controversa sentenza di condanna di primo grado del Mazzini, unite alle difficoltà incontrate nella definizione della sentenza di secondo grado che sta richiedendo più tempo del previsto, all’illegittima liquidazione di Asset Banca, alle indagini che vedono nell’occhio del ciclone un ex Segretario di Stato, Simone Celli, e il “padre” delle inchieste più delicate, Alberto Buriani e, oggi, alle tragicomiche -per l’accusa ovviamente- testimonianze che si ascoltano nelle udienze del processo Gatti-Galassi, sembrano alimentare le tesi secondo cui si siano istruiti processi in maniera approssimativa se non addirittura fantasiosa. Tesi che si trasformano in inquietanti dubbi alla luce delle conclusioni, si ricordi unanimi, della Commissione di Inchiesta su Banca Cis: sono processi istruiti con fini più “politci” che di persecuzione dell’illegalità?
La risposta, anche a questo inquietante dubbio, potrebbe venire da un processo. Un processo che, però, sembra non procedere.
Vediamo perchè. C’è un procedimento aperto, che avanza, se avanza, a rilento. Ovvero quello denominato “Caso Titoli” e che ha ad oggetto precise azioni finanziarie finalizzate -si deduce sempre sulla base delle conclusioni della Commissione- ad un piano assai ampio, ovvero l’acquisizione del controllo da parte della cosiddetta “cricca” dell’intero sistema bancario e finanziario tramite azioni incentrate su banca Cis. Secondo alcune teorie anche il caso Mazzini come il caso Gatti-Galassi rientrerebbero in questo piano “globale” di un gruppo che avrebbe potuto contare su supporti sia interni al Tribunale che al governo dell’epoca, AdessoSm.
Si tratta di una delle tante teorie, forse complottiste per carità, ma ogni sfumatura di quegli anni bui potrebbe venire chiarita dalle conclusioni sul Caso Titoli.
Cosa si aspetta a celebrare questo processo? E’, deve essere una priorità, perchè dalle conclusioni di questo dipende la lettura storica -e politica- degli ultimi anni di storia sammarinese. Per far le cose bene serve tempestività… E una sentenza così importante potrebbe avere un impatto decisivo non solo, come detto, sulla ricostruzione storica, ma sulla dignità di una intera classe dirigente spazzata via suon di indagini, interminabili carcerazioni cautelari e, per ora, controverse sentenze.
I sammarinesi -dal più potente al più miserevole- vogliono capire al più presto come sono andate davvero le cose o no?
Enrico Lazzari