Come minimo il Paese si aspetta che l’attuale maggioranza riporti un po’ di giustizia e di equità. Andando a votare i cittadini, lo scorso dicembre, non hanno certo inteso domandare al governo che si sarebbe insediato di lasciare le cose esattamente come le aveva trovate. In mezzo, è vero, c’è stata l’emergenza Covid, tuttavia proprio per questo diventa ancora più urgente liberare San Marino dagli appetiti di consulenti troppo spesso pagati a peso d’oro, chiamati dagli amici degli amici ma alla fine dei conti pagati con i soldi dei sammarinesi. Del resto come ha giustamente fatto notare in Consiglio Grande e Generale il consigliere di Libera Rossano Fabbri, “le dichiarazioni di ex esponenti di opposizione, oggi al governo, sono troppo forti e circostanziate per essere lasciate cadere nel nulla, anche per una questione di credibilità e rispetto delle istituzioni sammarinese”. Fabbri tocca infatti corde molto sensibili e il tema pare essere caro anche a qualche membro della maggioranza che sostiene l’attuale governo. Parliamo del consigliere di Rete Marco Nicolini che è intervenuto sul delicato tema delle banche. “Banca nazionale sammarinese – ha esordito il consigliere Nicolini nel suo intervento – sta spendendo i soldi di tutti noi. So che alcuni credono che i dipendenti dei piani bassi di Cis dovevano denunciare quel che accadeva, personalmente io avevo protestato e segnalato operazioni della mia banca e come risultato ho avuto anni di persecuzioni perfezionati dal Tribunale perché a San Marino gli uomini di potere hanno i manager, hanno i consulenti, ma per non correre rischi hanno anche il loro magistrato personale. Una condotta la mia che difficilmente consiglierei ad altri. Dopo l’arresto di Daniele Guidi, un manager la cui vita non mi pare essere cambiata troppo dopo quell’evento, la banca non è più riuscita a far fronte ai pagamenti, dalle ceneri di quella lunga agonia è sorta banca nazionale sammarinese. Da quel periodo il grosso delle carte è arrivato in Tribunale ma ancora nulla è successo. Se si fossero presi dei provvedimenti si potrebbe dire che il Tribunale servirebbe anche ad altro oltre che a pagare stipendi elevatissimi. Ad esempio servirebbe a garantire giustizia ai cittadini, ma non vorrei chiedere troppo”. Nel mirino del consigliere la stessa Bns: “A guidare Bns è stato chiamato un uomo di spessore ma la scelta è stata particolare perché si tratta del prof. Sido Bonfatti, uomo molto importante di Cassa di Risparmio di Rimini, banca che aveva posseduto il Cis, l’aveva svuotato, distrutto, conducendo in porto una vendita da molti considerata tarocca in favore di bancar partenr, una banca che sarebbe fallita nel Congo ma a che a San Marino poteva comprare un’altra banca. Bonfatti prese subito un altro collaboratore, un ex alto funzionario di Carim che con spirito amichevole venne in piazza Bertoldi alla modica cifra di 15mila euro al mese”. Poi una domanda rivolta alla ‘sua’ maggioranza. “Siamo certi che il mondo sia cambiato, che lo sia il nostro metodo? A me pare di no. Gira e rigira le persone sono sempre le stesse. Tutti noi siamo vittime di un circolo vizioso cui ci condanna la vigliaccheria di una classe dirigente disastrosa che non ha scusanti né alibi. A pagare per tutti saranno qui alcuni dei dipendenti, quelli meno furbi destinati come tanti altri lavoratori nel nostro Paese alla disoccupazione. Si tratta di quelli meno danarosi perché avere in banca un conto corrente danaroso è un profilo quasi professionale, vieni preso sicuramente”. Infine l’invito forte a “rompere con gli schemi del passato altrimenti si sommeranno altri soprusi e altre ingiustizie”.
Repubblica Sm