L’internazionalizzazione di San Marino, come dire la ricerca all’esterno di investitori e, quindi, di capitali, è uno degli obiettivi della non troppo chiara politica di sviluppo che l’esecutivo ha tracciato per il futuro economico della Repubblica di San Marino. Se un primo, piccolo ma significativo, passo è stato compiuto con il “polo del lusso” che ha catalizzato sul Titano 100 e passa milioni di investimento, il cammino è ancora lungo… E ricco di insidie. Del resto, pochi giorni fa, in una intervista esclusiva rilasciata a questo quotidiano, il magnate delle Telecomunicazioni Simon Murray, azionista di maggioranza di San Marino Telecom che il prossimo 31 maggio potrebbe venire “spenta” dal Governo, era stato chiaro: “Non sarà facile per voi relazionarvi con l’esterno se non agirete nell’affermare la certezza del diritto”.
La vita di Murray è ricca di successi, sia professionali che nell’avventurosa vita privata. Nato nel 1940 a Leicester, in Inghilterra, appena maggiorenne si imbarca su una nave mercantile per poi, a 20 anni, arruolarsi nel battaglione paracadutisti della Legione Straniera, dove resta per 5 anni e si congeda con il grado di sergente per poi trasferirsi ad Hong Kong, dove avvia la sua scalata nel mondo della grande finanza internazionale. In una vita di successi non può mancare neppure -dopo aver creato Orange, la compagnia che ruppe il monopolio nelle Tlc del Regno Unito e poi in tutta Europa- un “Guiness World Record”: all’età di 63 anni, a piedi, attraversa il Polo Sud.
Anche lui, però, nella sua vita di successi, sembra aver trovato una montagna invalicabile: il Titano, dove -è il caso di dire- non gliene sembra essere andata bene una! E dove ha ancora un’azienda che -nonostante tutto- non intende chiudere.
“Sarebbe un peccato mollare tutto adesso – conferma – perchè da tempo siamo pronti ad effettuare nuovi investimenti, ad introdurre le innovazioni tecnologiche necessarie a far sì che anche il paese e i sammarinesi possano usufruire di servizi all’avanguardia, abbiamo importanti partner pronti a collaborare con noi”.
Nell’ambiente delle Tlc corre voce che sul Titano stiano per essere installati anche i ripetitori di altre compagnie di telefonia mobile non sammarinese. Le risulta?
“L’ho sentito… Ma una politica di telecomunicazioni sana, seria, non si può fare con progetti di nuovi pali di altezze incomprensibili e moltiplicando così i livelli di inquinamento elettromagnetico. In tutto il mondo si fa esattamente l’opposto: si stanno realizzando reti comuni e non più a multipla antenna”.
“Il fatto poi che il progetto, mi si dice -rincara Murray-, pare sia promosso da chi sostenne il referendum contro i nostri pali nel 2006, è davvero uno smacco all’intelligenza della popolazione ed a quella degli investitori esteri come il sottoscritto”.
Come si spiega che chi, come lei, ha lanciato oltre 20 compagnie nel mondo fra cui Orange, Sunday Hong Kong e Spice Telecom India, sul Titano si ritrovi a controllare una società come Smt piena di problemi e addirittura in crisi?
“Perché ci siamo avventurati in un sistema, quello sammarinese, dove le decisioni politiche, almeno fino a ieri, sembrano essere state il frutto di ingerenze speculative. Siamo stati sempre ostacolati. Le decisioni politiche prese, al pari di quelle non prese come l’insediamento dell’Autorità garante, oltre a danneggiare la nostra iniziativa, hanno compromesso l’evoluzione dell’intero settore e rigettato San Marino, nel paleontologico dell’evoluzione tecnologica compromettendo la liberalizzazione e i nostri investimenti. Perchè?”
Ma in una simile situazione non sarebbe più razionale abbandonare il Titano al suo destino nelle Tlc anziché pensare a nuovi investimenti?
“No, perchè in un sistema che sappia garantire pari opportunità e corretta concorrenza e che si tuteli la qualità del servizio, Smt non sarebbe in crisi. Anzi, avrebbe investito milioni di euro generando importanti ricadute sia per le casse pubbliche che per l’economia”.
E’ per quello che giorni addietro, durante la sua visita a San Marino per testimoniare in Tribunale, ha incontrato alcuni Segretari di Stato?
“Ah, la mia testimonianza in Tribunale… Non capisco perché mi si chiedeva dei 500mila euro pagati ad Andrea (Della Balda; ndr). Per quello che aveva già creato e fatto gliene avrei dovuti dare almeno il doppio. Andrea è una persona tenace e di grande esperienza, competente e seria, rispettata e amata… Una rarità”.
Ma non mi ha risposto sull’incontro con i Segretari di Stato…
“Incontro sempre tanta gente…”
Ho capito… Preferisce non parlarne. Ma non ha smentito l’incontro…
“Non l’ho smentito?” …E ride sonoramente.
Se non si creeranno quelle certezze auspicate che succederà a San Marino Telecom?
“Vincerà chi persegue il monopolio di fatto e la speculazione a danno degli utenti sammarinesi che non potranno godere dei vantaggi di una vera concorrenza e a discapito della stessa Repubblica che non avrà una compagnia nazionale”.
Quindi, in tal caso, San Marino Telecom chiuderà…
“Non credo che ciò possa accadere perché ho capito che San Marino per il suo rilancio economico punta su un piano di internalizzazione. Un obiettivo che un Paese con difficoltà nel fornire certezze, deve saper correggere prima di offrirsi agli investitori internazionali. E mi creda io ne conosco tanti.”
Già, viene -a questo punto- da chiedersi: chi investirebbe in quel Paese che rischia di diventare una piccola “Waterloo” nella vita di successi di Simon Murray, fra l’altro nato in quella Leicester del “miracolo” calcistico recente?
Enrico Lazzari, La Voce di Romagna