Se fino a pochi mesi fa il Titano sembrava destinato a non avere più la propria centrale del latte interna, tra poco potrebbe averne addirittura due. La prima è quella di Acquaviva, di cui a breve il governo terminerà la vendita ai privati vincitori del bando, mentre la seconda a sorpresa sarà gestita dalla costituenda cooperativa ‘Latte sammarinese’, creata dai produttori di liquido bianco del Titano.
Latte fresco a Km 0
Gli imprenditori sammarinesi come riferisce Osla, l’associazione che li rappresenta, hanno presentato tutta la documentazione necessaria per creare la cooperativa agricola ai sensi dell’Art. 3 della Legge 17 giugno 1974 n.45.
Tra le finalità del progetto – scrive l’Osla – c’è anche la trasformazione del latte prodotto dai soci “a garantire che il latte fresco sammarinese tratti esclusivamente il latte degli allevamenti interni”. Tramite la cooperativa inoltre gli imprenditori puntano a “distribuire latte fresco su tutto il territorio della Repubblica” garantendo “i requisiti igienico sanitari e di qualità previsti dalle norme vigenti e dalle normative UE”.
Tra gli obiettivi ci sono anche “la definizione di accordi di collaborazione con gli Enti sammarinesi operanti nel settore della promozione e tutela dei prodotti tipici” sammarinesi e l’organizzazione di un metodo di distribuzione “a filiera corta” ovvero a chilometro zero.
Mesi di polemiche
Proseguono quindi i colpi di scena nel settore caseario sammarinese che negli ultimi mesi è stato spesso oggetto di attenzione di media, associazioni e partiti. Gli stessi allevatori erano finiti sui giornali in polemica con il governo che aveva espresso l’intenzione di vendere la centrale del latte, ormai fatiscente, agli imprenditori caseari della Valform di Cuneo. Anche la politica, in particolare l’Unione per la Repubblica e Sinistra unita, si è scagliata contro la segreteria al Territorio che a novembre ha deciso di sospendere la trattativa privata e di emettere un bando pubblico da chiudere entro due settimane.
Il bando
Le risposte sono state due: gli imprenditori del nord Italia e gli allevatori sammarinesi, che nei mesi precedenti non avevano manifestato alcun interesse. Ma mentre i primi hanno presentato tutta la documentazione necessaria i secondi hanno chiesto soltanto una proroga dei termini per poter definire la propria offerta.
A dicembre quindi il governo ha certificato la vittoria della Valform creando una delegazione di 4 segretari per trattare la cessione definitiva. La zona bianca resta “I quattro allevatori sammarinesi possono organizzarsi nelle forme societarie che preferiscono – commenta il segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni – ma, come specificato anche nel bando, non potranno vendere latte fresco in Repubblica per almeno quattro anni”. Si tratta della così detta zona bianca, che stabilisce in pratica un monopolio. Monopolio che fino ad oggi è stato a tempo indeterminato in mano alla centrale del latte e che, come accennato, resterà ai nuovi proprietari per i prossimi quattro anni.
Verso il mercato esterno
Il segretario Mularoni rivela quindi che lei e il segretario al Lavoro Iro Belluzzi hanno incontrato gli allevatori sammarinesi lunedì scorso. Un incontro che il segretario definisce “positivo” e durante il quale gli imprenditori hanno esplicitato la volontà di vendere il proprio latte fresco fuori San Marino.
Servirà più latte
“Noi abbiamo sottolineato – spiega il segretario – che la volontà del governo e di Valform è di valorizzare il latte dei nostri allevatori creando anche nuovi prodotti”. Per questo motivo da Cuneo hanno già annunciato di avere bisogno di più latte di quello che attualmente lavora la centrale.
Settimane di incontri
Le prossime settimane saranno ancora dense di appuntamenti per il settore. Da un lato il governo infatti dovrà chiudere la vendita della centrale e dall’altra gli imprenditori di Cuneo incontreranno gli allevatori sammarinesi. Chissà che in questo modo le problematicità e le paure dei padroni di casa non vengano eliminate.
La Tribuna