San Marino. Segretario di Stato Marco Podeschi: «Un momento terribile per il calcio, chi ha sbagliato deve pagare»

«Chi ha sbagliato paghi». Il calcio sammarinese sta vivendo uno dei suoi momenti più bui e il segretario di Stato allo Sport, Marco Podeschi invita tutti a riflettere. Il calcioscommesse piomba anche sul Titano e lo fa in maniera prepotente. Dopo giorni di sospetti e settimane di indagini da parte della giustizia ordinaria e di quella sportiva, lunedì la seconda ha fatto i primi passi annunciando i primi deferimenti. Coinvolti quattro calciatori (il capitano della Nazionale Matteo Vitaioli, Mirko Bucci, Andrea Righi e Nicola Zafferani) e le tre loro società di appartenenza per responsabilità oggettiva (Virtus, Juvenes/Dogana e Libertas). Tutti deferiti dalla Procura Federale per aver violato l’articolo 5 del Regolamento Disciplinare quello che vieta ai tesserati di scommettere e li obbliga a denunciare. I quattro giocatori coinvolti hanno scommesso e in particolare, tre di loro lo hanno fatto sulla partita San Giovanni-Virtus del 15 marzo scorso, quella gara di Coppa Titano che ha dato il via alle indagini della magistratura sammarinese. «Questo è un fenomeno molto preoccupante – dice il segretario di Stato – e tutto questo sta succedendo nella nostra Federazione più importante. E non dimentichiamo che qui si fa calcio a livello dilettantistico e se a livello dilettantistico succedono queste cose c’è davvero da stare poco tranquilli». Ora, dopo i deferimenti, restando naturalmente nell’ambito della giustizia sportiva, la palla passa alla Commissione disciplinare. E anche in questo caso il regolamento parla chiaro. Chi scommette rischia «una sanzione di inibizione, o di squalifica – si legge al comme 3 – non inferiore a due anni e di una eventuale ammenda economica, comunque non inferiore a 1.000 euro». Vitaioli e Zafferani devono anche rispondere di omessa denuncia, in quanto, leggendo le motivazioni della Procura Federale, entrambi sapevano delle scommesse dell’altro. «Dobbiamo imparare da questa lezione andando a fondo – dice Podeschi – Si tratta già di quattro atleti e tre società coinvolte, senza dimenticare gli arresti dei mesi scorsi. Non è una questione di poco conto e probabilmente non è finita qui. Dobbiamo capire se le leggi che abbiamo sono sufficienti. Lo sport deve essere pulito dal punto di vista dei risultati e degli atleti che lo praticano». Il Resto del Carlino