Il mainstream di allora, lo slogan scarica barile sul Pianello nel 2017 era all’insegna della suprema indipendenza di Banca Centrale. Era la certezza assoluta, la verità granitica dei politici di allora direi anche con qualche appoggio dell’opposizione.
Chi aveva la bontà di fermarsi a parlare con me o Stefano, il jingle perpetrato fino alla morte era proprio
quello: Banca Centrale ha deciso in autonomia, non possiamo farci nulla. A proprio nulla valeva la spiegazione di pochi minuti, altri non te ne davano, perché dovevano scappare in Consiglio, premura vera o falsa che fosse. Quel passaggio frettoloso faceva pensare, ed era del tutto evidente, a una non capacità di risposta a domande tecniche, da noi formulate in maniera asciutta, con termini comprensibili a tutti. Chi
controlla l’autonomia? Il Comitato Crediti e Risparmio cosa fa? Forse confondete le autonomie ispettive
di routine con quelle di ”chiusura a priori di istituti bancari”. Noi parlavamo di equidistanza, di rendicontazione nei confronti delle istituzioni. In quei giorni ci venne incontro una pregevole intervista di Biagio Bossone in cui ricorderete le sue teorie, riportate su questo giornale svariate volte, fino alla noia: spiegava esattamente che cosa significasse autonomia. In questi ultimi anni ancora qualcuno pensa che il Comitato Credito e Risparmio abbia funzioni diverse, non si sa quali. Per noi è deputato all’ indirizzo del sistema bancario, tutelarlo, essere un propulsore economico intercettando le distorsioni in atto. Diversamente a cosa serve? La stessa lettera del Dott. Giacomo Volpinari, un valente e giovane tecnico del sistema finanziario ha illustrato in due paginette, veramente da rileggere, tra le altre cose, l’importanza di pesi e contrappesi in certe istituzioni, comunicando le sue dimissioni in questi giorni da membro del Consiglio Direttivo di Banca Centrale. Non me ne voglia il Dott. Volpinari: dopo una lettera così tecnica, completa e dettagliata deve accettare, avere la pazienza che se ne parli. E’ inevitabile. Ha toccato dei tasti a me cari, carissimi. Una lettera coraggiosa, ricca di spunti. Non si arrabbi, non è stato certo il primo ad evidenziare alcuni aspetti contenuti. Non mi interessa fare speculazione sul ”dejà vu”.
La riprova arriva anche dal Segretario per le Finanze Marco Gatti. Giovedì in Consiglio ha affermato, parlando di revisione dello Statuto di Banca Centrale, forse con po’ di ritardo, che ‘è giusto che ci siano gli anticorpi per cui questa indipendenza non diventi autoreferenzialità’. Non so il Presidente Bossone, non so neanche il Consigliere di Banca Centrale dott. Volpinari ma io e il Dott. Ercolani Segretario Gatti, l’aspettavamo, da tempo. Benvenuto tra noi
Barbara Tabarrini
Per non dimenticare: