In vista della festa dell’amicizia della Dc, che per tradizione anticipa il ritorno all’attività politica – che per la verità non si è mai fermata – abbiamo intervistato il segretario di Stato Francesco Mussoni. Si parte dalla campagna che sta sostenendo Tribuna per una revisione della giustizia che possa prevedere garanzie per i giudici e per gli indagati/imputati.
Segretario, qual è la sua posizione sull’argomento?
“Intanto voglio dare merito alla Tribuna che sulla Giustizia si è fatta portavoce di una opinione pubblica molto diffusa, che evidenzia come unitamente al buon lavoro della magistrature ed alle garanzie già introdotte negli anni dalla politica, si debba arrivare in tempi celeri ad una riforma istituzionale della materia. E’ necessaria una riforma del codice di procedura penale e una più ampia revisione organica delle norme. C’è oggettivamente un vulnus da colmare, non lo dico certo io. Il tema della Giustizia inoltre, rientra nel tema più ampio che ho già avuto modo di sottolineare in occasione dell’ultimo Congresso della Dc, con riferimento a tre punti fondamentali per il rilancio del Paese: le riforme costituzionali; una riforma della p.a. che avvicini il pubblico al privato; sostegno all’occupazione. La Giustizia è uno dei tre fondamentali poteri dello Stato ed è necessario che vi sia armonia fra tutti i poteri. Deve certamente esserci una importante responsabilità della politica verso i magistrati, ma anche dei magistrati verso il Paese. Con i vostri puntuali interventi avete messo in luce come l’opinione pubblica sia piuttosto avanti rispetto alla politica”.
Che festa dell’Amicizia sarà? Il Paese vi guarda con attenzione così come gli alleati che chiedono risposte al primo partito di San Marino.
“Mi permetta di fare una battuta. Sono contento che il Psd abbia ricordato De Gasperi e allo stesso tempo mi fa sorridere come questa figura non sia stata celebrata a sufficienza dalla Dc. Parto da qui per dare una risposta alla sua domanda. De Gasperi infatti unì l’area moderata in un momento difficile del Paese: parliamo di un altro Stato per carità, ma vedo molti parallelismi e l’unione dell’area moderata mi pare oggi un obiettivo politico primario”.
Che cosa ha in mente? E soprattutto… chi ha in mente?
“Ho in mente una strada nuova che vada nel solco dell’onestà intellettuale e della credibilità politica. Soprattutto una strada che chiuda col passato rispetto a certi metodi e logiche politiche. Chi ne farà parte? Certamente Noi Sammarinesi e Ap che condividono già con noi un importante percorso politico. L’invito vuole essere costruttivo e aggregante, dunque è rivolto a tutti i moderati, nel mondo della cultura o nelle associazioni, dato che i moderati rappresentano la maggioranza a San Marino. Ho in mente una nuova costituente politico- culturale che possa proporre una seria azione di rilancio dell’azione politica e dei partiti”.
E’ preoccupato dai movimenti allora?
“Non mi nascondo dietro un dito. I movimenti oggi colmano il vuoto della politica, uno spazio che oggettivamente c’è. Credo tuttavia nella politica, nei partiti e nella loro capacità di portare avanti un disegno per lo sviluppo del Paese, non legato al mero momento di critica. Io credo che i movimenti rappresentino una logica di temporaneità, nell’attesa che la politica si riappropri del ruolo che le è specifico. Tradotto: dobbiamo portare avanti un estremo cambiamento, quel cambiamento che i cittadini hanno chiesto molto chiaramente con le ultime elezioni politiche”.
In risposta ad una intervista su Tribuna di Mario Venturini, la Dc ha dichiarato che al suo interno è stata fatta pulizia. Condivide?
“Il percorso di pulizia è iniziato già nei Congressi, negli organismi e nei vari momenti istituzionali. Rispetto a certi metodi e gestione della cosa pubblica, questo percorso di pulizia deve continuare e non può certo dirsi finito. Fatta questa premessa dico anche che non possiamo nemmeno fare partire la questione morale da una certa data. La questione morale lo rimarco, riguarda i metodi di gestione della politica, dunque mi pare necessario guardare avanti. Il che significa anche e soprattutto non consentire agli uomini del passato di potersi riciclare continuamente. Questo per rispetto agli elettori, alla storia della Dc e alla storia del nostro Paese. E’ indubbio che la questione morale oggi sia un tema da considerare ed affrontare all’interno di ogni forza politica e soprattutto in quelle di maggioranza”.
Mi paiono parole destabilizzanti… può spiegare meglio con chi ce l’ha?
“Guardi non voglio essere né destabilizzante, né distruttivo, al contrario. Ce l’ho con chi sino ad oggi non ha preso decisioni e non ha ancora affrontato la questione morale. Non posso accettare che oggi faccia da moralizzatore chi ha alimentato un sistema di un certo tipo. Non si possono lavare con un colpo di sapone certi temi, occorre invece aprire un dibattito politico molto forte. Mi chiedeva prima dei movimenti, che con me non sono mai stati teneri. Ebbene invito anche loro a lavorare assieme sul ricambio generazionale e sul metodo da utilizzare oggi in politica”.
Il governo questo panettone allora lo mangerà oppure no?
”Solo a certe condizioni, quelle che ho appena enunciato”.
Insisto: dove si deve cambiare? All’interno degli organismi della Dc? Si riferisce alla Segreteria?
“Lei continua a volermi tirare in mezzo alla polemica con domande che prevedono risposte schematiche, ma come le ho già detto non è un problema di nomi, o meglio non solo. Per rispondere alla sua domanda le dico comunque che dopo il congresso Dc, siamo tutti a disposizione e siamo tutti messi in discussione rispetto ai ruoli. Apriamo dunque un dibattito: non è possibile risolvere tutti quanti i problemi con un paio di battute”.
Serve un rimpasto di governo allora?
“Anche in questo caso le rispondo che siamo tutti a disposizione e ci dobbiamo domandare se l’azione che stiamo svolgendo è efficace, in particolare su tre tipi di ambiti: pubblica amminitrazione e burocrazia; bilancio dello stato e tema dell’economia. Sia chiaro, non è una valutazione sui singoli colleghi, ma sulla generale azione del governo, dunque mi ci metto dentro anche io”.
Ma gli uomini e le donne di questa maggioranza e di questo governo, sono o non sono credibili?
“Ci sono ancora uomini che rappresentano un certo modo di fare legato al passato. Non dipende dall’età, ma dalla propria storia politica e dalla capacità di avere inciso nella storia politica del nostro Paese”.
Che aria tira nel governo rispetto ai rapporti con la maggioranza?
“Il governo è emanazione della maggioranza dunque i rapporti devono essere per forza di cosa validi, no? Tuttavia credo sia necessario demarcare con maggiore chiarezza i ruoli. Il governo deve governare di più e la maggioranza fare maggiori proposte legislative. I partiti di maggioranza facciano più attività politica, piuttosto che attività di condivisione della ordinaria amministrazione dell’esecutivo. Ciò crea un rallentamento ed interferenze. Lo dico nello spirito di ottimizzare meglio il lavoro di maggioranza e governo”.
Passiamo ai rapporti con l’opposizione…
“Non è certo il tempo di chiudere le porte all’opposizione, piuttosto si deve costruire una dialettica che possa generare progetti politici futuri e nuovi, con quei soggetti che coerente- mente con quanto detto sino ad ora, abbiano creato rinnovamento e fatto un percorso nuovo al proprio interno”.
Sta invitando qualcuno a salire sul carro?
“L’invito è quello di risvegliare le forze maggiormente credibili, innovative, spontanee e libere per lavorare tutti assieme per i bisogni concreti del Paese. Per loro ci sarà certamente spazio in maggioranza a patto che condividano questi obiettivi e nell’ottica di guardare molto avanti. Ci sono figure giovani con cui condividiamo un certo percorso politico, che devono rafforzare quel solco col passato e portarci nel futuro”.
David Oddone, La Tribuna