Nulla di strano o di allarmante, a meno che non si ritengano allarmanti investimenti in questi ambiti, cosa che non crediamo qualcuno possa pensare.
Il progetto è sempre lo stesso, confermato a più riprese pubblicamente: lo Stato (l’Aass in particolare) si doterà di una rete Internet e mobile di alto livello e di propria proprietà (perchè si ritiene assolutamente strategico in termini di sovranità avere la proprietà della rete) e la affitterà agli operatori privati con il meccanismo del Ran Sharing per il settore mobile e nella modalità fibra accesa e fibra spenta per la rete in fibra ottica FTTH, ottenendo in tal modo una più che adeguata remunerazione dei propri investimenti. Come noto, l’interesse di WindTre all’utilizzo della rete è stato già formalizzato.
Si ricorda che Zte non è un operatore quindi non entra in concorrenza con operatori già esistenti.
Data la complessità dell’intervento, la necessità di una visione comune delle azioni da svolgere e della gestione tecnica della rete, al fine di evitare spezzettamenti degli appalti che sarebbero totalmente disfunzionali, abbiamo scelto di realizzare l’operazione in partnership con un player di livello mondiale del settore, appunto Zte.
Per valutare la sostenibilità dell’investimento, abbiamo realizzato un business plan dell’operazione su un orizzonte temporale di 25 anni sulla base di valutazioni e assunzioni assolutamente prudenziali. Su 25 anni (sottolineiamo su 25 anni) abbiamo costi fra costruzione, manutenzione e gestione per 80-90 milioni e ricavi per 135 milioni. Questa seconda parte (quella dei ricavi) è stata stranamente omessa in alcuni comunicati ma è la parte più rilevante del progetto, tiene conto ovviamente non solo del mercato sammarinese ma anche di quelli degli italiani che lavorano a San Marino e dei tanti turisti che vengono ogni anno in Repubblica, e tra l’altro non considera minimamente (proprio per rispettare la prudenzialità) i possibili guadagni dei servizi ad alto valore aggiunto che il 5G consentirà.
Va sottolineato che AASS ha già accantonato le necessarie risorse per avviare il progetto e realizzare l’infrastruttura e quindi nulla verrà chiesto ai cittadini, contrariamente a quanto strumentalmente è stato lasciato intendere.
Per garantire la tutela della concorrenza e l’equilibrio del mercato, da un lato la proprietà della rete e la gestione tecnico/economica della stessa saranno in capo a soggetti diversi (Aass da una parte e Newco dall’altra), dall’altro sarà realizzata una Authority per le Telecomunicazioni (come richiesto da più parti da anni e mai realizzata) con esperti del settore per la gestione ordinata del mercato: il provvedimento è pronto e mi auguro possa essere emesso al più presto.
Come noto, è stato deciso che Telecom, operatore presente da tempo in territorio e che ha investito risorse negli anni, potrà continuare ad usare la propria rete e ad offrire i necessari servizi con la propria tecnologia. Come ha già fatto con l’installazione di nuovi impianti di trasmissione del segnale e con l’accordo con lo Stato per la sperimentazione del 5G. Il Governo intende supportarla in questo senso.
Ci auguriamo di avere fatto ancora una volta la chiarezza necessaria su temi che erano già stati abbondantemente resi noti nei mesi scorsi e soprattutto ci auguriamo che possano cessare le strumentalizzazioni di fronte a un progetto fondamentale per garantire la sovranità del Paese, aprire il mercato e aumentare la concorrenza in territorio.
Comunicato stampa
Segreteria di Stato alle Telecomunicazioni
La replica di Erik Casali
PIu scrive questo incompetente Segretario alle Tlc e peggio fa: non si capisce perché si debba impegnare il Paese per i prossimi 25 anni a spendere 90 miloni di euro dei Sammarinesi e non di Aass, per fare una rete doppione di quella già esistente che andava ampliata mettendo solamente le 4 antenne mancanti da far pagare a Telecom, non si capisce quale sovranità abbia San Marino nell’affidare una rete ad un soggetto straniero, fuori dalla Ue,di proprietà del governo cinese,una società accusata da paesi come gli Usa, la Gran Bretagna e Australia di non essere in grado di garanitire la riservatezza dei dati in rete,vitali per la sicurezza di ogni democrazia. Non si capisce con quale coraggio si dica che ai Sammarinesi tutto questo non costerà nulla, quando i 90 milioni necessari sono presi dalle tasche dei cittadini, esattamente come per la patrimoniale. Una simile spesa, con un impegno cosi protratto nel tempo dovrebbe essere sottoposta ad ampio consenso popolare,visto che 25 anni sono troppi e come finira’ la storia lo vedranno gli eredi piuttosto che gli attori attuali, un modo elegante per scaricare i guai di un progetto folle che resterà sulla schiena di chi verrà dopo. Resta solo chiaro che il progetto è fumoso, basato su dati non reali e imprecisi e che non tengono conto in alcun modo delle dinamiche di un settore che si evolve mediamente ogni 6 mesi, e che pertanto rende inaccettabile proiettare un business farlocco nei prox 25 anni, tenendo conto che la tecnologia si evolve e viene superata dalle novita che il futuro riserva. Quanta tristezza nel comunicato sopra letto, scritto a 4 mani da chi,mal consigliato dai veri fruitori del business che non saranno in alcun modo i Sammarinesi,si ostina a portare avanti un progetto da 90 milioni di euro, in un paese che ha finito i soldi, che riempie di tasse tutti per coprire spese scellerate come questa e come altre, innescate dalla assoluta incompetenza e arroganza di chi ha scelto di comandare, anziche governare! Poveri noi,povera San Marino, speriamo vada a casa presto anche questo malmesso Governo.