Tra Natale e Capodanno si sono abbattute sul sistema finanziario di San Marino le ultime due tegole del 2018. Si tratta delle due sentenze con le quali il giudice Pasini ha accolto i due ricorsi avverso l’amministrazione straordinaria e la liquidazione coatta amministrativa di Asset Banca. Di fronte ai contenuti delle sentenze, che nessuno poteva ragionevolmente aspettarsi diversi, il governo si è affrettato a chiamarsi fuori dai giochi. “Il governo non ha avuto alcuna parte nel commissariamento – hanno detto a microfoni aperti – il segretario alle finanze Guidi e il segretario alla giustizia Renzi, il quale si è spinto anche oltre ponendo in evidenza come tre diverse gestioni di Bcsm abbiano mantenuto la stessa linea di valutazione su Asset Banca. Difficile anche per chi guardi da fuori non vedere come in Bcsm sia cambiato tutto affinché non cambiasse nulla. A difendere Bcsm nel procedimento contro Asset Banca c’è stato sino all’ultima udienza l’avvocato di Milano Matteo Bazzani, nominato dalla vecchia dirigenza di Bcsm e allo stesso tempo consulente della segreteria alle finanze guidata dal Segretario Celli. Lo stesso avvocato che mentre in Tribunale sosteneva la legittimità dell’operato di Bcsm, nelle segrete stanze inviava mail al segretario Celli riflettendo su come sarebbe stato opportuno cercare ex post le motivazioni che avevano portato alla chiusura dell’istituto. E’ il giudice Pasini a sottolineare nella sua sentenza come su Asset sia stato portato avanti un piano preordinato finalizzato non alla messa in sicurezza dell’istituto bensì alle cessioni in blocco di rapporti giuridici del gruppo. Senza la liquidazione coatta amministrativa infatti – sottolinea la sentenza – non si sarebbe potuto procedere a suddette cessioni apprezzate e auspicate dal Congresso di Stato e dall’allora direttore di Bcsm. Porta così la data del 31 maggio 2017 la delibera del Congresso di Stato in cui è scritto nero su bianco “vista la comunicazione a firma del Direttore Generale di Banca Centrale della Repubblica di San Marino Dott. Lorenzo Savorelli datata 30 maggio 2017, prot. n. 17/4821 avente ad oggetto “acquisto di rapporti giuridici individuabili in blocco” a mezzo della quale Banca Centrale “in considerazione della procedura di Amministrazione Straordinaria cui è sottoposta Asset Banca S.p.A., al fine di ripristinare la stabilità del sistema bancario, ritiene auspicabile il trasferimento a Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A. – previo consenso dei Soci – di una partecipazione rappresentante l’intero capitale sociale del gruppo Asset Banca S.p.A., ad un prezzo da determinarsi tra le parti, con riferimento alle best practices internazionali”. Il Congresso di Stato riteneva dunque auspicabile il trasferimento a Carisp di Asset Banca prima ancora che la banca fosse messa in lca. Non ignorando come tale passaggio richiedesse il previo consenso dei soci che la sentenza fa emergere non siano invece mai stati interpellati. A nulla sono valsi gli appelli, i richiami, le richieste di dialogo e di procedere con la convocazione dell’assemblea dei soci, mai convocata. “E poiché l’amministrazione straordinaria – è scritto in sentenza – non ha finalità espropriative dell’impresa, non sarebbe pensabile che essa possa determinare la soppressione dell’impresa”.
A chi chiedeva aiuto perché la banca non fosse fatta dolosamente affondare con tutti i danni che ne sarebbero conseguiti è stato chiesto di abbassare la voce.
Non c’è da stupirsi allora se di fronte alle due sentenze ancora una volta chi ha la responsabilità di guidare ( e di salvare) il Paese preferisca chiedere che sulla vicenda si spenga il clamore.
Repubblica Sm