La storia si ripete. In questo caso la cronaca. Ho raccontato numerose volte un aneddoto che mi riguarda. La vicenda risale a tantissimi anni fa. Un politico mi convocò accusandomi di rovinare l’immagine turistica della riviera scrivendo di droga, mafia e quant’altro.
Insomma il problema non erano i criminali, bensì il giornalista che faceva il suo mestiere.
Qualcuno mi disse anche che la mafia non esisteva dalle nostre parti, che era frutto della mia immaginazione o peggio.
Superfluo probabilmente ribattere a tali concetti, soprattutto col senno di poi, se non fosse che leggendo alcune considerazioni mi sono tornati alla mente questi tristi ricordi.
Un cantante via social ha espresso giudizi poco lusinghieri su una nota città di villeggiatura, tacciata di fatto di essere un covo della criminalità.
In questa sede mi interessa molto poco difendere tale località balneare, francamente.
Più interessante e certamente utile per la libertà di espressione è posizionarmi senza se e senza ma dalla parte dei colleghi giornalisti.
Perché va bene tutto, ma addirittura sentire minacce e improperi contro chi ha riportato una notizia vera e verificata è qualcosa di inaccettabile.
E nemmeno l’assunto, se possibile più grave, che i giornalisti locali non dovrebbero dare troppa enfasi ai fatti di cronaca, come evoca qualcuno via social.
Si sente sin da qui il tanfo di Minculpop. Un tanfo dal mio punto di visto ben più pestilenziale dell’olezzo dei liquami che finiscono in mare.
Ecco che allora viene il dubbio che la nostra società, più libera evidentemente solo a parole, non abbia percorso passi in avanti apprezzabili e concreti sulla strada del rispetto della libertà di informazione, la quale fa rima con democrazia.
Ancora una volta il problema non sono i furti, le rapine, le baby gang e chi più ne ha più ne metta, ma il fatto che se ne dia conto alla gente.
Meglio nascondere la polvere sotto il tappeto. E “chissenefrega” se magari nostro figlio venisse aggredito e derubato: basta non dirlo, tutto risolto.
Tale atteggiamento, di chi probabilmente è piegato più ad interessi di bottega, che di reale amore per il prossimo e per la propria comunità, merita di essere censurato – questo sì! – con forza.
Io credo che chi fa il proprio mestiere con la schiena dritta e ogni giorno cerca di riportare fatti veri nel pubblico interesse, rappresenti una risorsa.
Il “nemico” semmai è chi vuole tappargli la bocca.