Il disinteresse generale per il sistema bancario e finanziario è molto preoccupante e riserverà spiacevoli sorprese. La totale mancanza di una politica finanziaria, le interferenze politiche, gli interessi di alcuni politici nel capitale delle banche, le enormi tangenti pagate per ottenere la licenza, hanno creato danni gravissimi. Molto alto è il costo per i cittadini in seguito ai pastrocchi politici combinati nella Cassa di Risparmio dove lo Stato possiede il 47% dopo aver versato oltre il 100% del capitale sociale. La disastrosa gestione di Banca Centrale ha appesantito molto la situazione al punto che il vertice è dovuto scappare in fretta e furia.
Il quadro creditizio spaventa veramente. La raccolta è passata dai 14.121 milioni del 2008 ai 7.416 milioni del 2014, esclusa quindi la voluntary disclosure. L’attivo di sistema è passato da 11.536 milioni del 2008 a 6.082 milioni del 2014. La gestione dal 2010 al 2014 ha subito una perdita di 1.306 milioni. I crediti dubbi sono passati da 81 milioni del 2008 a 1.942 milioni del 2014 e rappresentano il 48,8% degli impieghi. Da notare che in Europa il rapporto sofferenze-impieghi va dall’1% della Svezia al massimo del 16,7% dell’Italia, dove la preoccupazione è molto forte! Il patrimonio di vigilanza cala anno dopo anno ed è ridotto a 403 milioni. Il patrimonio netto è sceso dai 1.232 milioni del 2008 ai 494 milioni del 2014, ammesso che sia veritiero. L’introito fiscale proveniente dalle banche è azzerato. Non parliamo del settore finanziario, ormai ridotto al lumicino. L’unica voce che appare positiva, ma in realtà non lo è, riguarda la liquidità a 7 giorni che ammonta a 1.092 milioni, mentre il governo aveva suonato l’allarme dei 600 milioni di mancanza di liquidità incappando in una bufala spaventosa.
In un quadro cosi’ desolante, invece di varare una politica di emergenza per salvare il salvabile il governo ha aperto il gioco della ricerca del presidente a livello internazionale quando da mesi ha già nome e cognome. Invece di definire un forte aumento di capitale sociale per tutelare risparmiatori e obbligazionisti si preoccupa solo di coprire gli amici di merende. Invece di potenziare la Cassa di Risparmio facendola diventare banca di sistema, finanzia la Fondazione che è una sezione della DC e che non potrà mai restituire il debito allo Stato. Invece di trattare con l’Italia preferisce fare la vittima sacrificale, dopo la “guerra dei sette anni” che poteva solo perdere.
Emilio Della Balda