Dopo i due provvedimenti restrittivi che hanno riguardato Paolo Oliverio, al termine degli accertamenti svolti dalla Gdf di Roma, il Gip del tribunale romano ha disposto il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità del faccendiere, quale presunto reinvestimento delle somme indebitamente sot- tratte all’Ordine dei Ministri degli Infermi Religiosi Camilliani.
L’operazione, ribattezzata con il nome ‘Co- dice da Vinci’, è l’epilogo delle indagini che avevano portato all’esecuzione, nei con- fronti dell’uomo, di due ordinanze di custo- dia cautelare: “la prima -scrive in una nota la Gdf- a novembre del 2013, per la nomina pilotata di padre Renato Salvatore al verti- ce dell’ordine religioso e la seconda, a gen- naio di quest’anno, in relazione a un epi- sodio di corruzione di pubblici ufficiali. Oli- verio, rispetto ai dieci milioni che manca- no all’appello dalle casse dei Camilliani, ha già ammesso di essersi appropriato ai dan- ni dell’ospedale di Santa Maria della Pietà di Casoria, di tre milioni di euro, parte dei qua- li, nella misura di 1,6 milioni di euro, è sta- ta destinata all’acquisto di prestigiosi im- mobili nella Capitale e in Toscana. Degna di rilievo è la presenza, tra le società utilizza- te per schermare l’acquisto degli immobili, di una persona giuridica rappresentata dal- la figlia del noto Lorenzo Borgnoni, ex diret- tore centrale delle relazioni esterne di Fin- meccanica colpito da provvedimento re- strittivo lo scorso marzo 2014 nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubbli- ca di Napoli. Oliverio era amministratore della società sammarinese Po e Partners srl e –a dire della stampa– sarebbe l’uo- mo che avrebbe passato ai “servizi” ita- liani nel 2009 l’elenco di chi nascondeva soldi a San Marino.