Da metà aprile al 26 di ottobre, quando è stata fatta l’ultima segnalazione, sono spariti 62 gatti del tipo padronale, cioè gatti domestici, di casa. Invece non c’è un numero preciso sui gatti di colonia felina. Vengono così definiti i gatti randagi, che spesso vivono in gruppo, al limite delle aree urbanizzate. Ci sono diverse persone che se ne occupano e portano loro da mangiare, cibo che spesso è sovvenzionato da APAS. Le colonie sono state censite, quantunque in maniera approssimativa. Si sa che attualmente sono un centinaio, ma sono arrivate fino a 197 unità. La loro popolazione varia spesso di numero, e può arrivare fino a una ventina di gatti e anche più. I volontari che se ne occupano hanno visto che in alcune colonie, soprattutto quelle più numerose, ne sono spariti tantissimi, altre sono state addirittura decimate.
Da quando è cominciato questo fenomeno, l’APAS ha sempre invitato i cittadini a denunciare alla Gendarmeria la sparizione del proprio animale, anche per creare la casistica e trovare delle costanti. “Ancora non siamo arrivati a capire niente – spiega Emanuela Stolfi, presidente APAS – per questo abbiamo organizzato una serata in cerca di risposte”.
All’appuntamento è stato invitato Davide Celli, attivista ecologista per i diritti degli animali, residente a Monzuno, un paese dell’Appennino Bolognese, dove sono spariti 100 gatti in un mese. “Il mistero dei gatti scomparsi” avevano titolato i giornali mentre appelli e ipotesi si accavallavano sui social. Celli, invece, ha affrontato il problema scientificamente, raccogliendo prove e testimonianze, facendo analizzare i reperti e cercando di valutare in maniera analitica tutte le diverse eventualità. Che alla prova dei fatti si sono rivelate del tutto inconsistenti e improbabili, compresa l’ipotesi del lupo. Infatti, il lupo lascia tracce molto riconoscibili e sbrana la preda senza lasciare in giro ciuffi di peli e bocconi per lui prelibati, come le interiora. In ogni caso, potrebbe avventarsi su qualche gatto randagio ma non sui gatti che vivono tra le mura domestiche.
Davide Celli mostra al pubblico un filmato di un lupo che scappa con un gatto tra le fauci, e dimostra come quel filmato fosse stato costruito a tavolino. “Quando mostrano certi filmati, invito le Forze dell’Ordine ad indagare, perché molto probabilmente si tratta di un maltrattamento. Magari si tratta di un cane che è stato addestrato ad uccidere i gatti. Oggi sappiamo che esistono delle razze, come il cane lupo cecoslovacco, che di fatto è identico al lupo. E poi, se si vuole la certezza assoluta, bisogna fare un’indagine genetica, come ho fatto io a Monzuno. Tra l’altro, stando alle stime delle associazioni animaliste e della stessa Legambiente, in Italia ci sono 800 mila cani vaganti (vuol dire che ci sono padroni che non li accudiscono) o proprio inselvatichiti. I lupi sono invece 3.500. Quindi è molto più probabile incontrare un cane che non il lupo”. Celli dà una spiegazione psicologica sul fatto che ormai vediamo lupi ovunque: “Ci sono meccanismi ancestrali che ci fanno vedere il lupo, perché esso rappresenta la resilienza della natura, che non è stata completamente dominata dall’uomo, ma è ancora viva”.
La presidente APAS riporta la questione dentro i confini di casa nostra: “In questi ultimi mesi, non abbiamo avuto pace perché, finita la questione del killer dei cani, è cominciata la sparizione dei gatti, con una strana coincidenza. Infatti, tutto è cominciato quando è passata la legge che inasprisce le pene per chi maltratta gli animali. È una casualità che ci ha colpito molto”.
Il dubbio forte è: chi ci dice che non ci siano persone che reagiscono con provocazioni sempre più feroci di fronte ai provvedimenti di legge? Intorno agli animali, purtroppo, fiorisce un mercato di perversioni che vanno dai combattimenti clandestini alla vivisezione. Poi ci sono animali uccisi, segregati, sfruttati in vari modi, o sottoposti ad atti vandalici, denutriti, mutilati. Tutte le prove raccolte a Monzuno da Celli e altri esperti portano sempre ad atti di rapimento compiuti dall’uomo per finalità al momento sconosciute.













