San Marino. Sergio Barducci, presidente ECF: “Ricominciamo da Faetano, con progetti sociali e culturali”. Aldo Calvani direttore BSM: “Il bilancio 2025 chiuderà in attivo” … di Angela Venturini

La tempesta è stata improvvisa, devastante e soprattutto inaspettata. Ma Banca di San Marino e l’Ente Cassa Faetano l’hanno superata. E già si guarda al domani. Nella prima uscita del nuovo CDA, giovedì 18 dicembre, insediatosi in uno dei momenti più difficili della storia di entrambi gli organismi, comunque si respirava un clima di fiducia e di speranza. Non era un’assemblea, ma una riunione informale per lo scambio degli auguri di Natale tra i soci e anche per fare il punto della situazione.

Voglio mettere in evidenza che continuiamo a lavorare nel solco di quello che abbiamo immaginato sin dal primo momento” ha detto il neopresidente ECF Sergio Barducci. “Cioè lavorare sotto il profilo delle questioni che riguardano gli aspetti sociali e culturali, che è precisamente il ruolo dell’Ente Cassa. In questo noi vogliamo entrarci in pieno”.

La prima cosa già realizzata, è un accordo con la Cooperativa In Volo per riaprire l’unico bar che c’è a Faetano. Diventerà un ristorante, sotto la guida del prestigioso e pluripremiato chef Graziano Canarezza. La particolarità è che sarà un ristorante sociale, perché vi lavoreranno i ragazzi che hanno della disabilità o dei disagi. L’accordo è stato firmato formalmente con i responsabili della Cooperativa direttamente durante la riunione. Aprirà a febbraio o marzo. “È un’operazione che rientra nelle attività della Fondazione, almeno per come la vediamo noi. E questa è la cosa più importante” ha sottolineato Barducci.

L’altra novità riguarda il ritorno dell’Ente Cassa nella sua sede faetanese, lasciando Villa Manzoni (che è di proprietà della banca) dove era stato ospitato negli ultimi anni. Anche questo è un altro segnale positivo.

Sotto il profilo dell’altra questione (la tentata cessione di quote di maggioranza ad un gruppo bancario bulgaro, ndr), la magistratura sta lavorando. Noi siamo la parte lesa. Abbiamo fatto tutti gli atti perché questo sia riconosciuto. Abbiamo presentato un esposto in tribunale. Ci siamo costituiti parte civile. Abbiamo fatto la richiesta di sequestro dei capitali versati proprio perché da quello che è successo, abbiamo ricevuto un danno. Vogliamo la garanzia che ci siano le risorse per garantire il risarcimento del danno. La qual cosa sarà appurata dal tribunale in un procedimento civile, anche per affermare la totale estraneità dei fatti e la necessità di tutelare il buon nome dell’Ente Cassa”.

Sulle difficoltà economiche che avevano portato ECF a cercare degli investitori, ha spiegato: “La ricerca degli investitori è sollecitata da Banca Centrale per rafforzare il capitale della banca, strettamente legata alle difficoltà economiche, che ci sono, inutile negarlo. Da tempo non ci sono dividendi e l’Ente non riesce più ad accedere alla spartizione degli utili. Banca Centrale ha fermato i dividendi perché servono per capitalizzare la banca, per cui, la ricerca di possibili investitori, o partners, continua. Però con un paradigma diverso. Abbiamo cambiato il metodo operativo, non ci limiteremo più da un punto di vista, diciamo così dilettantistico, ad accogliere le istanze dell’uno o dell’altro e a valutarle come Ente. Abbiamo deciso di affidarci ad un advisor, una società specializzata, altamente accreditata, affinché sia lei a ricercare eventuali partners, analizzarli, valutarli e presentarceli dopo aver appurato la loro solidità e trasparenza. In piena ed assoluta trasparenza, lo ribadisco. Ovviamente, l’ultima parola spetterà sempre all’assemblea dei soci”.

Sulle più recenti comunicazioni della Starcom Group, che negli ultimi giorni ha raccontato la sua versione della vicenda, pare comunque che il primo rigidismo sia leggermente sfumato in una possibile nuova apertura. “È vero e ci ha sorpreso – ha commentato Barducci – io non so chi siano, non conosco i termini degli accordi presi. Se vogliono, loro hanno fior di avvocati, noi abbiamo i nostri: che si parlino tra di loro”.

Quindi ha precisato: “Al di là del giudizio sulle loro intenzioni, che non spetta certo a me, ci sono degli organi di vigilanza che devono valutare tutto. Quindi spetterà a loro esprimersi”.

Di fronte ad una platea comunque ansiosa di sapere anche qualcosa di più della banca e della situazione in cui è venuta a trovarsi, è intervenuto il direttore Aldo Calvani, ponderato e pragmatico, com’è nel suo stile, senza nascondersi dietro a infingimenti. “Ci è arrivato addosso un terremoto che nessuno si aspettava, in quel momento e in quelle dimensioni. Ma la paura ci spinge a trovare soluzioni e siamo stati in grado di reggere l’urto e mantenere un profilo di liquidità positiva. Senza l’aiuto di nessuno. Ci sono stati solo proclami. Adesso dobbiamo essere bravi a ricostituire una parte dell’attivo. Ma posso dire fin da ora che, presumibilmente, il bilancio 2025 chiuderà in attivo. Sono fiducioso, perché spesso, dalle difficoltà, nascono nuove opportunità”.