San Marino. Serravalle, chiude la storica lavanderia

Metabolizzare il fatto che la storica lavanderia di Serravalle chiuderà i battenti dopo oltre sessant’anni di attività non è stato facile per nessuno e per i suoi numerosissimi clienti si è trattato di un vero e proprio pugno allo stomaco. Le titolari stesse rispondono con la voce rotta dalla commozione alla domanda su quando è prevista la chiusura definitiva. “Avverrà il 31 gennaio”, fanno sapere. Il che sembra quasi incredibile a giudicare dall’atmosfera che si respira in quella lavanderia: il via vai continuo dei clienti, i cesti che traboccano di vestiti, gli abiti da sposa appesi un po’ ovunque. Senza considerare il lavorio, l’impegno, l’andare di corsa delle titolari. Ne abbiamo parlato con Marina Amati, una delle due titolari.

Perché chiudete se la lavanderia va bene?
“Il motivo è che non abbiamo trovato nessuno a cui passare il testimone. La mia collega va in pensione, oggi (mercoledì per chi legge, ndr) compie 60 anni e ha 45 anni di contributi alle spalle. A me mancherebbe qualche altro anno ma visto che lei se ne va ho deciso di lasciare anch’io. In questa attività ci vogliono almeno due persone molto valide, che abbiano voglia di impegnarsi tanto, giorno dopo giorno. Così ho preso questa decisione, sebbene sofferta, non me la sento di rimettermi in gioco con altre persone, con la mia socia siamo sempre andate d’accordo, ci siamo divise il lavoro e aiutate”.

Avete avuto delle offerte, qualcuno si è interessato alla vostra attività?
“Ci sono persone che si sono mostrate interessate ma non siamo arrivati nemmeno alla fase della trattativa e non per questione di soldi o perché la nostra non sia un’attività ben avviata. Abbiamo tantissimi clienti che ripongono la massima fiducia in noi e che vengono da tutte le parti di San Marino, non le dico il dispiacere di lasciare queste persone dopo tanti anni, loro sono state la parte più bella del nostro lavoro”.

Che idea si è fatta rispetto alla mancata cessione dell’ attività?
“Penso che molto sia dipeso dal tipo di lavoro. Nessun lavoro è una passeggiata, tutti i lavori credo richiedano impegno e passione. Di passione qui noi ne abbiamo profusa tanta per non parlare dell’impegno. Questa è stata praticamente la nostra casa, il luogo dove abbiamo trascorso più tempo. Ogni giorno abbiamo lavorato anche 10-12 ore tante volte fermandoci a mangiare un panino sugli scalini. Non so dire se si sia trattato della difficoltà di trovare persone mosse dalla stessa passione e con lo stesso spirito di sacrificio o se semplicemente al giorno d’oggi manchi il coraggio di rischiare in un’attività propria”.

Cosa c’è nel suo futuro lavorativo in attesa della pensione? “Non mi faccio illusioni, mi pare che un tempo chi rimaneva senza occupazione a ridosso della pensione veniva chiamato dallo Stato per fare ad esempio le pulizie o altri lavori. So che alla mia età non sarà semplice, ancora non ho realizzato che alla fine di gennaio chiuderemo, al resto penserò dopo”.

Repubblica Sm