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  • San Marino. Sessualità e referendum aborto, stessi obiettivi: laicità dello Stato, libertà di scelta e aborti zero … di Alberto Forcellini

    Se l’intento fosse stato quello di gettare un sasso in piccionaia, sarebbe pienamente riuscito. Ma non è questo l’obiettivo del pdl sulla tutela della salute sessuale dei cittadini, presentato da Rete e discusso in prima lettura nell’attuale sessione consiliare.

    L’obiettivo è molteplice: colmare il vuoto politico su questo tema e, in particolare, quello sull’interruzione volontaria di gravidanza, per il quale né istanze d’arengo, né altri pdl di iniziativa legislativa popolare hanno mai avuto consequenzialità. Parimenti, contiene la volontà di sostenere e affiancarsi al referendum. C’è il forte rischio, infatti, che in caso di approvazione si arrivi ad una legge con tante eccezioni da inficiare la libertà di scelta della donna e della famiglia.

    Terzo, ma non men importante, affrontare in maniera laica, razionale e scientifica le tematiche e le patologie legate alla sessualità. Le quali sono ancora relegate nella sfera della riservatezza, del pregiudizio, molto spesso della vergogna, se non addirittura dell’ignoranza (nel senso della non conoscenza). Quando mai qualcuno si occupa del suo tasso di riproduttività? Spesso si affronta solo quando non si riesce a mettere al mondo un figlio, cioè quando ormai è tardi e bisogna ricorrere ad altri strumenti. In molti casi, soprattutto maschili, il problema deriva da patologie che è possibile prevenire e curare in età puberale, grazie ad una semplice visita andrologica. Che non fa quasi nessuno.

    E poi la contraccezione, l’epidurale per le partorienti, la sessualità nei soggetti disabili, il consultorio, l’educazione sessuale per i più giovani, la violenza ostetrica e, perché no, l’aborto. Compreso quello clandestino. Che si può evitare quando le cose si sanno e si possono prevenire. Togliere questo delicato argomento dalla sfera confessionale, dei tabù religiosi, non vuol dire “uccidere una vita” ma più razionalmente significa non arrivare alla condizione di doverlo valutare come estrema ratio. L’obiettivo è arrivare a “zero aborti” ed evitare la diaspora delle donne sammarinesi costrette a rivolgersi a strutture italiane.

    Tutto questo è stato capito dal Consiglio? Dalle donne che sono in Consiglio? Pare di no, tranne qualche rara eccezione. Il pdl è stato ricondotto su livelli che non sono quelli del merito, né quelli della necessità che la politica si faccia carico di un argomento che è ancora tabù, ma che la gente sente moltissimo.

    Criticata anche la tempistica. Ma viene da dire: se non ora, quando? Chi ha firmato il referendum ha capito perfettamente l’importanza di una legge che ha in sé lo spirito profondo dell’iniziativa referendaria e tutti gli strumenti per sostenerla anche dopo la celebrazione del voto. La politica invece trova ogni scusa per girare al largo dall’ostacolo.

    E poi l’accusa ai promotori di voler mettere una bandierina. A parte che le forze politiche mettono la loro bandierina su tutte le cose, non è questo il caso, perché i temi etici, i diritti sociali tra cui quello alla salute, i diritti civili (che vanno ad incidere sulle disparità) sono trasversali ad ogni ideologia. Per togliere eventuali bandierine, o eventualmente aggiungerle, basta solo mettersi al tavolo del ragionamento, della collaborazione e della condivisione.

    Si è detto che è ridondante, perché inserisce in un progetto complessivo alcuni interventi già fatti, adottati nel tempo in maniera semplice e immediata, quasi propagandistica. Insomma interventi spot, slegati da una visione complessiva della salute sessuale dell’individuo.

    È vero: le sensibilità sono diverse, le sfumature ancora di più, tutte ancorate sui trascorsi culturali delle persone, le loro tradizioni, la loro religiosità, la loro appartenenza politica. Ma è avvilente vedere forze progressiste, che di questi temi hanno fatto la loro bandiera, arrampicarsi sugli specchi solo per insinuarsi nella differenza di posizione tra la DC e Rete, e sostenere la parte conservatrice. In pratica si punta solo all’affossamento della legge, perché non verrà sostenuta neanche da quelle forze che si definiscono laiche e progressiste. Semplicemente per fare un dispetto. Senza considerare che il dispetto lo si fa alla crescita culturale del Paese e dei cittadini, lasciandolo nella sua arretratezza. C’è chi si appella al voto prima di tutto, sperando che il referendum non passi, per lasciare tutto così com’è, come se si fosse in pieno Medioevo. È solo questo che dispiace all’altra metà dei cittadini.

    In ogni caso, ieri la Reggenza ha stabilito la data del 26 settembre: un paio di mesi e poi ogni ragionamento potrà trovare la sua compiutezza.

    a/f