Non si può dar torto a chi non ha preso parte alle serate pubbliche che il governo sta organizzando nel tentativo di convincere più persone possibile che quella di entrare in Europa e indebitarsi sia l’unica soluzione rimasta a una San Marino che altrimenti non potrà resistere a lungo ad erogare servizi contando sulle sole proprie forze. Le decisioni, si sa, sono state prese da chi abita i piani alti del Palazzo senza tenere in alcun conto le reazioni della gente. E le serate non servono a far tornare il governo sui suoi passi ma servono al governo per far passare il messaggio che non c’è scollatura tra le decisioni che sono state prese e la volontà dei cittadini. La strada sarebbe infatti obbligata e sarebbe il frutto di tanti, troppi errori commessi nel passato dai governi precedenti. “Noi – è il senso di quel che ha detto il Segretario Podeschi parlando nella cornice della Sala Montelupo martedì scorso – ci troviamo a gestire una situazione complessa e non ci sono soluzioni preconfezionate ma soltanto la certezza che il governo si sta impegnando a fondo”. Certo è difficile guidare un Paese. E lo è perché lo Stato non è una macchina dove basti innestare il pilota automatico. La trasformazione in realtà di proposte e decisioni richiede come minimo competenza ed è quando quelle competenze latitano che i problemi cominciano ad affiorare ed appaiono insormontabili senza l’aiuto di qualcun altro. E’ ciò che sta succedendo a San Marino dove la mancanza di competenze da parte di chi aveva la responsabilità delle decisioni ha creato in poco tempo danni che fino a prima sarebbero parsi impensabili. Sarà il Fondo Monetario a porre rimedio a quei danni ma il suo intervento costerà moltissimo ai sammarinesi ora chiamati ai grandi sacrifici in nome della causa comune. Chissà perché allora si è parlato a lungo dei rimedi ma solo genericamente delle cause, parte delle quali immaginiamo siano elencate nel documento rimasto top secret che Savorelli avrebbe spedito al CCR e allo stesso Fondo Monetario. Su quella relazione dopo tanto clamore è finalmente calato il sipario. Tutto tace infatti dal fronte Corriere della Sera: forse perché chi si serviva di quella testata per mandare i suoi messaggi a San Marino ha già avuto la sua risposta? Ci faremo aiutare dal Fondo Monetario e accelereremo il processo di ingresso nella Ue… “L’accordo di associazione – ha detto Podeschi – come strada per entrare nella Ue era un passo già deciso dalla precedente legislatura che però aveva subito una battuta d’arresto vista la resistenza dei sammarinesi. Ora è arrivato il momento di spingere e andare veloci perché piaccia o non piaccia ai sammarinesi, siamo un’enclave dell’Europa e dobbiamo seguire l’esempio di altri Paesi che prima di noi sono entrati nella Ue, penso a Malta che è cresciuta e si è sviluppata tantissimo dopo la sua adesione e che altrimenti avrebbe rischiato l’isolamento”. Speriamo solo non si tratti di una corsa verso il nulla. Del resto nessuno sa cosa ci aspetti una volta scavalcata la siepe.
Repubblica Sm