L’ignara vittima del presunto raggiro ha dichiarato di aver dato alla finta donna magistrato 30mila euro circa, in più dazioni. Con le indagini ne sono stati documentati almeno 8.500. Ma è davvero successo? E come è stato possibile? Dovrà essere accertato nel processo che comincerà il prossimo 2 dicembre al Tribunale di San Marino. Edda Di Pietro, 50anni cittadina italiana originaria del teramano, residente sul Titano, dovrà rispondere delle ipotesi di reato di truffa continuata e sostituzione di persona. Secondo l’impianto accusatorio la donna avrebbe addirittura inscenato situazioni per accreditarsi come magistrato di fronte alla parte lesa, che è una ragazza sposata e madre di due figli. L’imputata avrebbe infatti accompagnato la vittima della presunta truffa all’interno del Tribunale di Rimini, fornendo una descrizione dettagliata della disposizione degli ambienti e delle attività che essa affermava di svolgere, arrogandosi – si legge sul decreto di rinvio a giudizio – la capacità di incidere sul buon esito di vertenze giudiziarie. Avrebbe anche intrattenuto strumentali rapporti di confidenza con la parte lesa col suo marito e i suoi figli e si sarebbe fatta pagare per l’assistenza in contenziosi giudiziari e per la revisione di esposizioni debitorie. In un caso, da cui scaturisce l’accusa di “sostituzione di persona”, l’imputata si sarebbe attribuita false generalità di fronte ad un bancario, simulando – durante un colloquio in banca – di assistere la ragazza parte lesa.
l.s.
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