San Marino. Si getta nel vuoto dal Monte Titano recuperato nella notte il corpo della vittima: è un italiano e non un sammarinese.

Tutto è iniziato attorno alle ore 15 di ieri, quando due turiste straniere, di passaggio alla biglietteria della Prima Torre, la Guaita, hanno riferito in inglese di aver visto una persona “precipitare nel vuoto”. La parola usata, “jump”, resta ambigua: può voler dire sia “saltare” che “gettarsi”, e di fatto lascia aperti i dubbi se si sia trattato di un gesto volontario o di un incidente. Subito dopo aver dato l’allarme, le due visitatrici non sono più state rintracciate, nonostante le forze dell’ordine abbiano cercato di localizzarle per raccogliere una testimonianza diretta.

La segnalazione ha fatto scattare immediatamente la macchina dei soccorsi, con un imponente dispiegamento di forze in collaborazione tra Italia e San Marino. Sul posto sono arrivati la Polizia Civile, la Gendarmeria, la Sezione Antincendio, e in contemporanea si sono mobilitati i Vigili del Fuoco di Rimini con ben 13 unità e due automezzi. Vista la natura del terreno e la zona impervia, situata tra la Prima Torre e il cosiddetto Passo delle Streghe, si è deciso di ricorrere ai mezzi aerei: prima è stato alzato in volo un drone della Gendarmeria per una ricognizione preliminare, quindi è entrato in azione l’elicottero dei Vigili del Fuoco di Bologna, attrezzato con termocamera per scansionare la rupe.

Un’ora circa di volo sopra il dirupo ha permesso di individuare il corpo, grazie soprattutto a un particolare: la presenza di uno zaino dai colori accesi, visibile tra la vegetazione e le rocce sottostanti. Questo dettaglio ha consentito agli operatori di confermare l’avvistamento e localizzare la zona esatta in cui si trovava la vittima. Intorno alle 17 l’elicottero è atterrato all’aviosuperficie di Torraccia, che è diventata il centro operativo delle attività di soccorso e coordinamento.

Da lì è partita la fase più complessa: il recupero della salma. Tre uomini specializzati dei Vigili del Fuoco si sono calati in cordata lungo la parete, ma l’intervento si è rivelato estremamente difficile. La rupe, ripida e insidiosa, unita al calare rapido della luce, ha costretto le squadre a sospendere le operazioni. A complicare ulteriormente la situazione è stata la necessità di far rientrare l’elicottero, ormai prossimo a terminare il carburante. L’ipotesi di un recupero aereo è stata quindi rimandata, e si è iniziato a valutare un intervento via terra con il supporto del Soccorso Alpino, già allertato e pronto ad attivarsi.

Alcuni testimoni, ieri sera attorno alle 23.30, hanno riferito di aver visto nel parcheggio pubblico, quasi di fronte alla Trattoria Ugolini, diversi vigili del fuoco in tenuta da soccorso alpino, equipaggiati con corde e materiali tecnici. Sono stati accesi potenti fari per illuminare l’area delle torri e, con l’ausilio della luce artificiale, il personale del Soccorso Alpino si sarebbe calato lungo la rupe. Secondo nostre fonti qualificate, attorno alle 3 di notte è stato portato a termine il recupero della salma, che sembrerebbe appartenere a un cittadino italiano e non a un sammarinese.

Il magistrato competente è stato informato e nelle prossime ore si attende l’identificazione ufficiale della persona precipitata. Al momento non ci sono altri dettagli sull’identità della vittima.

Si tratta della terza tragedia dall’inizio dell’anno che colpisce le alture del Titano. A maggio era morta una giovane escursionista moldava di 32 anni, Elena Donca, precipitata per circa 40 metri durante una discesa in cordata vicino alla Seconda Torre. A giugno un uomo di 40 anni, sammarinese, è caduto nel vuoto nei pressi della Terza Torre, perdendo la vita nonostante i tentativi disperati dei soccorritori di recuperarlo in tempo. Tre episodi drammatici in pochi mesi che aprono interrogativi sulla sicurezza di un’area turistica di enorme richiamo, frequentata ogni giorno da visitatori provenienti da tutto il mondo.

La dinamica dell’accaduto resta tutta da chiarire. La parola “jump”, usata dalle due turiste, lascia aperti i dubbi: o un salto, un lancio fatto  deliberatamente anche se non è esclusa l’ipotesi di una caduta accidentale. Soltanto i rilievi, le indagini e l’identificazione della vittima potranno fornire ulteriori elementi. Per ora resta la certezza di un’altra vita spezzata sul Titano.

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