San Marino. Si temeva la recessione, invece l’economia vola. Ma ci sono ancora molte variabili che non fanno dormire sonni tranquilli … di Alberto Forcellini

Quando il Segretario Marco Gatti aveva annunciato il riequilibrio di bilancio per il 2024, lo scetticismo era volato alle stelle. Invece, già e metà dell’anno in corso le entrate ordinarie sono sufficienti a coprire la spesa corrente. Un risultato impensabile e del tutto imprevedibile, visto che in primavera si parlava solo di recessione e di stagflazione, cioè di prezzi in rialzo mentre l’economia rimaneva stagnante.

La prima metà del 2022 è stata un’immagine speculare: una recessione “piena di lavoro”, in cui la produzione è diminuita e le aziende hanno continuato ad assumere. Anche a San Marino, dove i fenomeno internazionali si riflettono sempre con qualche ritardo, questa volta si registra un livello di disoccupazione al minimo storico. Significa che le aziende assumono. E se assumono, vuol dire che lavorano. Per questo le entrate tributarie sono tornate a livelli soddisfacenti. Tanto che il SDS alle Finanze azzarda l’ipotesi per cui, se le cose continueranno così, si potrebbe addirittura prevedere per fine anno un avanzo di bilancio.

Il fenomeno comprende tutta la penisola italica: nel secondo trimestre 2022, il PIL è cresciuto dell’1% mentre l’inflazione, a luglio, è leggermente scesa, anche se i prezzi del cibo e dei prodotti più acquistati sono aumentati, tornando ai livelli del 1984.

Il buon andamento di questa primavera e inizio estate fa ben sperare per gli obiettivi indicati per l’intero 2022. Nel resto d’Europa c’è chi sta peggio: la Germania è rimasta ferma, la Francia è cresciuta di mezzo punto e, in media, l’Eurozona (+0,7%) viaggia a un ritmo più lento. Preoccupa la recessione negli Stati Uniti e si moltiplicano previsioni fosche. Tra le cause, le incognite sulla guerra in Ucraina e la ripresa della pandemia, che si sono trasformate in una sorta di variabili indipendenti sulle quali è molto difficile fare proiezioni.

Non si sa se queste componenti si trasformeranno in una recessione più ampia e profonda, anche se un numero crescente di economisti ritiene che sarà così a causa di fattori molto poco rassicuranti.

Investitori che stanno alla finestra in attesa del dato chiave, ovvero l’inflazione, che rosicchia stipendi e risparmi. L’euro sempre più giù rispetto al dollaro. La politica aggressiva delle banche centrali. Poi c’è il gas che costa sempre di più e ne arriva sempre di meno, ma che fa spingere l’acceleratore sulle energie alternative e su quell’economia circolare, di cui tutti parlano ma che di concreto ancora fa vedere ben poco.

Riguardo a San Marino, i risultati appena ottenuti non sono sicuramente frutto del caso, o della buona sorte. Da due anni il governo sta lavorando alla stabilità finanziaria, gravata da un debito pubblico che aveva raggiunto livelli esorbitanti, che è stato rimodulato con opportuni strumenti e conseguente riduzione degli oneri finanziari. Anche le banche, nonostante il mercato striminzito, hanno ripreso a respirare.

Al netto di tutti gli imprevisti geopolitici, energetici e sanitari (a parte il terremoto, è accaduto di tutto) lo scenario che si presenta di fronte è meno fosco di due anni fa. Il punto vero della svolta deve avvenire adesso, con le riforme indicate dal programma di governo. A fine agosto, il Consiglio dovrebbe licenziare la legge sull’IVG, che ha richiesto tanto in termini di lavoro e di mediazioni. Perciò, già all’inizio dell’autunno potrebbe mettere mano alla riforma delle pensioni, che dicono sia pronta (non si sa se lo siano anche le forze politiche). Di seguito è attesa quella sull’IGR e anche la norma ICEE pare che sia ormai in dirittura di arrivo, insieme alla riforma del mercato del lavoro.

Una grandissima attenzione bisognerà riservarla al mercato delle energie, che sarà sempre più impazzito e che potrebbe mandare in tilt tutti i bilanci e tutte le più realistiche previsioni. Senza dimenticare l’approvvigionamento idrico, perché l’anno prossimo potrebbe essere più caldo e più secco di quest’anno.

a/f