Ancora una stagione all’insegna della pandemia, che inaugurando la sua quarta fase ha cambiato di nuovo volto. Gli esperti dicono infatti che ci troviamo di fronte a due forme pandemiche: quella che colpisce i non vaccinati, che sono la stragrande maggioranza e che stanno affollando di nuovo gli ospedali; quella che colpisce i vaccinati, che sono la minoranza e che sviluppano disturbi classificati “lievi”.
San Marino non fa eccezione rispetto alle regioni italiane: la variante Delta galoppa. Più pervasiva rispetto alle precedenti, riesce perfino a penetrare le piccole finestre lasciate dall’immunizzazione di massa. Nessun vaccino, infatti, ha una copertura del 100 per cento. Qualcuno ne viene toccato, ma non sviluppa la malattia grave. Il fatto che in Repubblica si siano rilevati una settantina di contagi, di cui 8 in ospedale (per lo più anziani con sintomi lievi), conferma l’andamento generale.
Su territorio nazionale, sono 4.200 i positivi ai test Covid individuati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 5.735. Sono invece 22 le vittime in un giorno, contro le 11 del giorno precedente. I pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid sono 323, 24 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite (dati Ansa del 10 agosto 2021).
In qualche maniera, si può dire che il virus sia diventato endemico, come i comuni virus del raffreddore, quindi il tasso di mortalità per infezione del Covid-19 diventerà pari o inferiore a quello dell’influenza. In che modo? Con che tempi? Che impatto avranno su questo processo i vaccini, le varianti del virus e le misure di distanziamento sociale? Tutti aspetti sui quali la comunità scientifica sta ancora studiando.
Ciò nonostante, ci sono due regioni a rischio zona gialla entro fine agosto e altre 12 con un’elevata incidenza dei casi, che rischiano la retrocessione nelle aree con maggiori restrizioni. Sicilia e Sardegna hanno il maggior numero di contagi e di terapie intensive occupate, quindi sono quelle più a rischio, ma praticamente mezza Italia sta correndo sul filo di lana. Alcuni Paesi hanno imposto l’obbligo di quarantena a chi arriva dall’Italia, ma gli italiani non hanno gridato alla limitazione della loro indipendenza nazionale.
Però tanti stanno ancora discutendo sul green pass, sulla sua estensione a nuove aree di ingresso pubblico, alle scuole, ai trasporti. Molti non hanno ancora capito che se vogliamo uscire da questo incubo, l’unico mezzo è il vaccino. Tutto il resto diventa accessorio. Soprattutto pensando che fra un mese o poco più entreremo in autunno e la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente.
Ci vorrebbe una “spintarella gentile”. Ovvero l’applicazione di quella teoria che cerca di convincere le persone a comportarsi in un certo modo né minacciando una punizione né promettendo un premio.
In sostanza, all’approccio classico della legge come promessa di una sanzione (negativa o positiva) si affianca un terzo, nuovo approccio, che non fa leva né sulle punizioni né sui premi, ma su piccole, implicite esortazioni a cambiare comportamento, per raggiungere esiti ritenuti più ottimali: anziché tassare il junkfood, è preferibile mettere nelle mense scolastiche e degli uffici pubblici la frutta davanti ai dolci confezionati; anziché controllare che i negozianti emettano gli scontrini, usare questi come biglietti di lotteria (idea, peraltro, piaciuta anche all’ex ministro Padoan).
Si tratta di un approccio che gli stessi autori hanno definito paternalistico, perché finalizzato ad aiutare le persone a compiere le scelte migliori, ma al tempo stesso liberale, perché non obbliga a tenere un comportamento, ma si limita a suggerirlo (R. Thaler, C. Sunstein, Libertarian Paternalism is not an Oxymoron, 2003).
Molti paesi ci credono, e per incentivare le vaccinazioni, soprattutto nelle fasce di popolazioni più fragili e in quelle meno abbienti, offrono dei premi a chi si fa fare l’iniezione. Dalle pinte di birra in America ai panini con la salsiccia in Romania, dai 25 euro della Serbia ai 300 dollari dell’Australia, dalle galline, oppure 12 uova, o una mucca dei paesi asiatici fino ai Rolex con diamanti di Hong Kong. Ogni Paese ha scelto il proprio incentivo per convincere gli indecisi a vaccinarsi in base alla propria cultura e tradizioni. Con risultati spesso sorprendenti, cioè con un aumento esponenziale delle vaccinazioni.
Alcuni Paesi UE hanno invece scelto la strada della punizione: l’esclusione dal lavoro e dallo stipendio, o il divieto di ingresso nei locali pubblici, in mancanza del green pass. Ma se non è stato un disincentivo alle convinzioni no-vax, no-mask, no-green pass il numero altissimo di morti, le atroci sofferenze di chi ha subito la malattia grave, si può quasi dire che il grado di civiltà della civilissima Europa, sta subendo un brutto colpo.
a/f