San Marino. ”Siamo piccoli e siamo soli contro il Covid-19” … di Angela Venturini

Riceviamo e pubblichiamo

Un’emergenza come quella che stiamo vivendo può essere paragonabile solo alla situazione che abbiamo vissuto durante e dopo la Seconda Guerra mondiale. Allora c’era miseria, devastazione e nessuna attenzione dagli altri Paesi. Eppure San Marino seppe affrontare i mille problemi quotidiani con una dignità istituzionale che aveva auto ben pochi altri esempi nella sua storia. Emblematico l’episodio relativo alla petizione che il governo inviò alla neo regina del Regno Unito Elisabetta II. 

C’era in ballo il risarcimento per il bombardamento del 26 giugno 1944. Ma tutti gli Stati facevano lo scaricabarile e l’Inghilterra, che ne era stata la vera responsabile, trovava ogni tipo di giustificazione per non provvedere. Dopo tante missioni diplomatiche andate a vuoto, con l’Italia che faceva orecchie da mercante, il governo sammarinese pensò di rivolgersi direttamente alla giovane regina. Non aveva i soldi neppure per pagare un traduttore ma aveva tanti bravissimi professori, quindi venne scritta una missiva in latino. Commovente il testo, che provocò una fortissima reazione parlamentare e una risposta della regina in puro stile british: “Pregherò per voi!” Ma i soldi non arrivarono. 

Oggi, molte cose sono cambiate, ma anche oggi siamo esposti politicamente e mediaticamente di fronte alla pandemia da coronavirus. Anche oggi siamo piccoli e siamo soli. 

Facendo le debite proporzioni, il nostro ospedale è piccolissimo, anche nei confronti di quelli del circondario. Facendo le debite proporzioni, il nostro bilancio è peggiore di quasi tutti gli altri bilanci europei. Non abbiamo l’appeal del Vaticano. Non abbiamo le ricchezze di Montecarlo. Non abbiamo il supporto delle istituzioni europee. 

Eppure, in questa circostanza così difficile sono emersi personaggi insospettabili. 

Un dirigente dell’Authority sanitaria che non solo è un tecnico competente e affidabile, ma che sa parlare alla gente, che ha saputo rivelare una carica umanitaria e valoriale, che ogni giorno è capace di confortarci al di là della freddezza dei numeri e delle statistiche. 

Un Segretario di Stato che non aveva alcuna esperienza di Sanità, che ha saputo affrontare con la necessaria consapevolezza un modello organizzativo nuovo, capace di dare la risposta indispensabile alla valanga di contagi. Con la necessari autorevolezza e determinazione di parlare alla politica e alle istituzioni coinvolte con il massimo dell’obiettività e non dell’emotività. 

Un apparato sanitario e parasanitario che ha saputo mettere a disposizione non solo la professionalità, ma soprattutto la disponibilità a presidiare la trincea dove si combatte la battaglia più dura. 

Un esercito di persone anonime che, pur nel blocco delle attività, garantiscono la continuità della vita: dalle Forze dell’Ordine alle commesse dei supermercati, dai lavoratori chiamati ancora nei rispettivi posti di lavoro, agli staff dell’apparato pubblico e istituzionale che hanno lavorato giorno e notte per dare una struttura alle nuove regole, alle nuove disposizioni, alle nuove necessità della società civile. 

Non si è mai visto un governo che, per primo, si è tagliato lo stipendio per far capire ad ogni cittadino che “tutti” siamo coinvolti nell’affrontare sia la parte sanitaria dell’emergenza, sia quella economica che, inevitabilmente, ne sta derivando. 

La battaglia si combatte prima di tutto sul territorio e si vincerà sul territorio. Mai come in questa occasione, l’emergenza ci ha messo di fronte alla responsabilità personale. Ognuno di noi può fare la differenza, con la stessa dignità statuale che fu dei nostri nonni. 

Angela Venturini