Riceviamo e pubblichiamo
”Buongiorno,
vorrei rispondere al lettore che ha pubblicato mercoledì un articolo riguardante il servizio postale.
Non penso che in un momento di emergenza come questo la soluzione sia quella di scrollarsi di dosso il problema per lasciarlo agli altri. I portalettere di San Marino hanno di media un volume di posta ordinaria che riguarda 400/500 utenti o più. Il numero delle raccomandate che il postino deve consegnare e far firmare giornalmente varia a seconda della zona servita e del periodo. Un portalettere in una sola zona può avere anche 70 raccomandate da consegnare. Sicuramente, in questo momento, è meno rischioso far recare il singolo utente presso l’ufficio postale attrezzato di guanti/mascherina e rispettando le precauzioni dovute, che non far esporre il postino al contagio del virus che siano 30 o 70 volte al giorno. I portalettere possono mettersi mascherine e guanti, ma le mascherine non ci sono e i guanti dovrebbero essere cambiati ogni volta che si ha a che fare con un utente diverso, altrimenti potrebbero davvero diventare “untori”. Sicuramente questo non è un momento facile per la Repubblica, ma cerchiamo di rispettare il lavoro di tutti, soprattutto quando non se ne conoscono bene le modalità specifiche. Anche gli operatori che lavorano presso gli uffici postali dovrebbero essere più tutelati, soprattutto chi lavora nei nuovi uffici progettati senza vetro allo sportello.
Penso che quello del portalettere sia, ora, uno dei lavori più a rischio. Circa 40 persone servono tutto il territorio di San Marino, per poi ritrovarsi tutti presso il centro di smistamento, gomito a gomito, per finire il lavoro, o per preparare quello della mattina dopo.
Per quanto riguarda multe o scadenze imminenti penso che una richiesta più che giustificata in questo contesto sia quella di chiedere al Governo di sospendere e/o posticipare tali scadenze, non di passare la “patata bollente” del rischio contagio al tuo prossimo.
Un lettore.”
L’immagine è di repertorio