San Marino. ”SIAMO STATI LASCIATI SOLI”… di Sabrina Guerra, mamma di Bryan Toccaceli

Riceviamo e pubblichiamo

Sono Sabrina Guerra, la mamma di Bryan Toccaceli, e mi rivolgo a lei, direttore Severini, per esporre i problemi che stiamo affrontando con il sistema sanitario sammarinese in seguito al grave incidente in moto che ha coinvolto mio figlio, Bryan.

Da circa un anno e mezzo Bryan è stato privato della possibilità di ricevere trattamenti di fisioterapia, un aspetto fondamentale per il suo recupero. Ho provato ripetutamente a contattare il dottor Ceccarini, ma senza successo in quanto non me lo passano dal COT. Pare che non riceva più i pazienti rivestendo la carica di dirigente.

Un mese fa, ci siamo rivolti a una fisiatra, la quale ci aveva promesso di richiamarci per fissare delle sedute di fisioterapia, ma finora non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte sua.

Anche con la dottoressa di base, che abbiamo ora, c’è una situazione simile. Da quando Bryan è stato dimesso da Montecatone, abbiamo cercato di ottenere una visita, ma ci è stato riferito che il costo sarebbe troppo elevato e così ci è stato impedito di accedere alle cure necessarie.

Le difficoltà non si fermano qui. Ho avuto problemi con il mio anziano zio, che è per me come un padre, e ciò mi ha costretto a dedicargli, giustamente, molto tempo ed energie. Con un figlio disabile questa situazione diventa ancora più impegnativa ma solo grazie all’aiuto dei cittadini sammarinesi e residenti e frontalieri che mi hanno donato ferie per quattro anni, sono riuscita ad affrontare tutto ciò.

Fortunatamente ho potuto contare sull’aiuto di due infermiere straordinarie, le quali hanno fatto il possibile per assistere mio figlio, insegnandomi anche a curarlo; persino le sue piaghe da decubito! Purtroppo una di loro ha lasciato il suo lavoro a dicembre e questo ha reso la situazione ancora più difficile.

Un esempio della mancanza di supporto da parte del sistema sanitario si è manifestato circa due mesi fa, quando Bryan ha contratto un’infezione alle vie urinarie con febbre alta. Nessuno si è fatto vivo per aiutarci, come invece era avvenuto in passato, e sono stata costretta a occuparmi dell’urodinamica, con l’aiuto di un’infermiera conosciuta. Il giorno dopo ho contattato nuovamente il Cot ma ancora una volta, nessuno ci ha risposto. Solo un mese e mezzo dopo, siamo riusciti a contattare un urologo, il quale ha prescritto un antibiotico per 10 giorni, dato che Bryan aveva ben 34.000 batteri nell’urina.

Questo caso rappresenta solo uno degli innumerevoli disservizi che abbiamo sperimentato; siamo stati lasciati soli senza il necessario supporto. Non chiedo di avere un trattamento preferenziale per Bryan, ma vorrei solo che la professionalità e la disponibilità che ci erano state offerte fino a dicembre scorso potessero continuare anche adesso.

Ringrazio con tutto il cuore tutti i sammarinesi che ci hanno aiutato nel corso degli anni, ma la situazione attuale all’interno dell’ISS ci lascia profondamente delusi. Questa lettera rappresenta una sorta di sfogo, poiché questa situazione si protrae da diverso tempo. Ho deciso di scriverle oggi perché sono particolarmente arrabbiata con il personale del Casale La Fiorina e penso sia giusto che i cittadini sammarinesi, suoi lettori, ne siano informati.

Senza il supporto avuto dalle infermiere mi sarei trovata in una situazione davvero difficile.

Ringrazio il direttore Severini per lo spazio concesso a questa mia testimonianza, quella di una mamma esausta e sola. Speriamo che questa mia dichiarazione possa contribuire a far luce sulla drammatica situazione in cui mi trovo insieme a mio figlio Bryan.

Sabrina Guerra,
mamma di Bryan Toccaceli.