I fatti stanno smentendo bizzarre teorie che in tutta franchezza qui sul Titano non hanno mai fatto proseliti.
A leggere ieri alcuni commenti e prese di posizione mi e? venuto in mente Giampaolo Pansa, grande conoscitore della questione fascista, alla quale ha dedicato anni di studio “matto e disperatissimo”. In estrema sintesi Pansa sostiene che l’apporto dei partigiani nella liberazione dell’Italia sia stato marginale.
E se su questa frase si possono aprire obiezioni e polemiche, su di un’altra non si puo? che essere d’accordo.
Fino a che ci fu il fascismo gli italiani furono tutti, o quasi, fascisti, tanto e? vero che nella scuola furono in pochi a non prendere la tessera del Pnf. Poi, quando il fascismo cadde, diventarono tutti, o quasi, antifascisti. Non a caso, molti degli intellettuali che poi si distinsero nell’alimentare il mito della guerra partigiana, prima di imbracciare il fucile – o la penna – erano ardenti fascisti.
Anni dopo la fine della guerra, ci fu chi riusci? a scovare molti articoli scritti da giornalisti e scrittori per la stampa mussoliniana, esaltando perfino le teorie sulla Razza. Ne emersero nomi insospettabili, compresi quelli di qualcuno che oggi pontifica da giornali di sinistra. A ristabilire la verita? dei fatti, ci ha pensato pero? lo storico Paolo Buchignani con “Fascisti rossi”, un libro dedicato a quelli che avendo aderito al Partito nazionale fascista, poi transitarono direttamente nelle file del Pci. Chi ha orecchie per intendere qui sul Titano, intenda. Personalmente continuo a pensare che il sistema della “San Marino da bere” nella quale la maggior parte dei sammarinesi ha sguazzato, non possa essere limitato a un nugolo di persone: basterebbe prendere i voti di preferenza di Gatti, Stolfi e Podeschi per rendersene conto.
Parliamo di circa 3 mila voti su 30 mila abitanti, fate voi.
Ed e? proprio a questo dato che si frappone la forza dell’indagine sulla tangentopoli: l’aver portato alla luce un sistema col quale – tolte poche eccezioni – tutti attingevano a pieni mani.
In fondo, se oggi tanti sammarinesi hanno esultato, lo si deve proprio alle leggi ed agli strumenti forniti dalla tanto vituperata classe politica ai magistrati, che hanno cosi? potuto fare il proprio mestiere.
Al netto del giustizialismo e del sensazionalismo insomma, sarebbe giusto parlare di una vittoria del sistema, piuttosto che focalizzarsi su di un nome.
Visto pero? il clima di gaudio e tripudio, anche noi vogliamo partecipare a nostro modo, con una piccola battuta, nella speranza che nessuno si offenda. Nei giorni scorsi un indagato ha fatto circolare materiale attraverso il quale avrebbe voluto dimostrare una vera e propria connivenza fra un magistrato e colui che oggi e? in manette. Alla luce dell’evoluzione dei fatti, la domanda ci sorge spontanea: ma se fra i due invece che questa supposta “amicizia”, vi fosse stato al contrario del livore, il giudice inquirente piuttosto che per l’arresto avrebbe optato direttamente per l’iniezione letale?
I fatti insomma – quelli che contano per davvero – stanno clamorosamente smentendo bizzarre teorie che in tutta franchezza qui sul Titano non hanno mai fatto proseliti.
David Oddone, La Tribuna