San Marino. Signor Ciacci, accetti un consiglio: si guardi dai cattivi maestri … di Alberto Forcellini

Si è presentato come Ivanohe. Anzi un misto tra il mitico cavaliere celebrato da Walter Scott e il celeberrimo tiktoker con oltre tre milioni di seguaci. Anche il linguaggio ha toni cavallereschi: “Torno a testa alta”. “Difenderò la mia onorabilità”. Frasi che lasciano presagire un’avventura di fronte alla quale non bisogna arrendersi, né farsi intimidire. Un ritorno dalle Crociate.

Il problema, Signor Ciacci, è che la sua avventura sembra non avere nulla di cavalleresco. È vero, non si sa niente di preciso, tranne che avrà un epilogo in tribunale, come anche lei stesso ha affermato Quindi niente di esaltante, o di cui andare fieri.

Una faccenda privata. L’ha derubricata così, marcando una frattura netta tra la sua vita domestica e la sua figura istituzionale di Consigliere della Repubblica. Eppure, lei sa benissimo che il ruolo istituzionale non è un’etichetta che si attacca e si stacca a piacimento. Si rimane Consiglieri anche quando si va la bar con gli amici, o si gioca una partita di pallone, o si va a comprare un chilo di mele. La sfera privata, per chi ha un ruolo istituzionale, è molto ridotta, quasi inesistente. E in ogni caso, visto che è coinvolta anche la sua ex fidanzata (anche questo è un fatto assodato) pare che l’incidente sia riconducibile alla violenza di genere.

Usiamo comunque il condizionale, nonostante più voci si siano alzate in Aula proprio per condannare questo fatto, anche sulla scorta delle posizioni assunte dall’Authority per le pari opportunità, che in un suo recente comunicato parla espressamente di “procedimento penale”. L’Authority, tra i suoi compiti, combatte la delegittimazione delle vittime; le dicerie e strumentalizzazioni di fatti e parole al di fuori dei contesti giudiziari, che finiscono per ledere la reputazione di una donna, screditandola e diventando anch’essi atti di violenza. L’Authority evidenzia il caso della vittimizzazione secondaria: fisica, psicofisica, sociale ed economica. Le vittimizzazioni secondarie sono conseguenze sottovalutate per le vittime di reati di genere e il loro effetto è quello di scoraggiare la denuncia da parte della donna o del minore.

Lei, Signor Ciacci, racconta di essere stato vittima di strumentalizzazioni. Eppure sui media non si è letto nulla del genere. Silenzio quasi assoluto. Anche sul giornale riconducibile al suo partito, che da diversi giorni ormai, esce senza neppure pubblicare la gerenza, non è stato scritto praticamente nulla.

Quindi stiamo parlando di strumentalizzazioni probabilmente comparse sui social. I quali, come disse Umberto Eco, “danno la parola a legioni di imbecilli”. Noi ci limitiamo a definirli “cattivi maestri”. Un termine che, come lei sicuramente sa, ha un significato politico pesante: non vanno seguiti.

Imputare ai mass media gli effetti spesso negativi della formazione del pensiero forse è troppo semplicistico, ma non si può negare come i mezzi della cultura di massa siano la cartina al tornasole degli eventi a cui ogni giorno assistiamo. Il sociologo Durkeim chiamava “anomia”(disordine) le situazioni di carenza o mancanza di integrazione nelle quali si evidenzia la scomparsa di regole morali. Ci rendiamo conto di quanto le emozioni legate a certi comportamenti siano praticamente nulle, o come dice lei “strumentali”. E qui dentro mettiamo anche i follower che la sostengono e che appoggiano le sue reazioni.

Ma forse il “cattivo maestro” di maggior spicco, in tutta questa storia, è stato il suo partito, che le si è affiancato in una conferenza stampa a dir poco inquietante perché invece di dare un’immagine di sicurezza, di forza e di onorabilità, ha avallato una situazione che avrebbe richiesto solo umiltà e perdono. In questo, sminuendo perfino la presenza di quella new entry che avrebbe dovuto dare importanza al progetto di ricostituzione di una grande area progressista.

Peggio ancora, il suo partito ha innalzato a dimensione politica una vicenda che lei si ostina a catalogare come “privata”. Si è creata così una confusione che non si limita al linguaggio, o all’immagine, ma anche ai valori dei quali la storia della sinistra si è sempre fatta portabandiera e per la quale uomini e donne di altro stampo hanno dato perfino la vita. Quanti sinceri progressisti pensa che siano contenti di seguirla su questa strada? Basterà il miraggio di riconquistare posizioni per tornare al governo? E poi, per fare cosa, se in questi due anni, Libera non ha dato dimostrazione di aver elaborato gli errori e le carenze di Adesso.sm? E di non avere elaborato neppure l’incidente della “lite fra fidanzati”, per tutte le ragioni appena spiegate?

Signor Ciacci, lei è ancora giovane, avrà tempo e modo di costruire una carriera degna di un vero progressista. Ma non si fidi più dei cattivi maestri.

Nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta solo di cattivi maestri, ma anche di piccoli maestri, che rivendicano diritti e tacciono sui doveri, che additano il Male sempre e solo in forze esterne. Piccoli anche perché non sanno vedere una spanna più in là della punta del loro naso.

a/f