San Marino. Sindacati: ”Dal Teatro Nuovo di Dogana, lunedì partono due settimane di assemblee con tutti i lavoratori e i pensionati”

Dal Teatro Nuovo di Dogana, lunedì partono due settimane di assemblee con tutti i lavoratori e i pensionati
La riforma IGR ostacola la positiva conclusione delle trattative per il rinnovo dei contratti.
San Marino 7 settembre – Dopo l’Attivo dei Quadri che ha respinto con forza la riforma IGR,CSdL, CDLS e USL illustreranno a tutti i lavoratori e pensionati gli effetti di una manovra che invece di tutelare i loro redditi, a fronte di una cospicua perdita del potere d’acquisto, aumenta la pressione fiscale e obbliga ad acquistare in territorio, con l’aggravante di discriminare i frontalieri.
Due settimane di assemblee zonali tra Dogana e Borgo Maggiore a partire dall’8 settembre, per parlare con il mondo del lavoro e i pensionati e raccogliere gli stimoli che perverranno.
I delegati hanno dato mandato alle segreterie sindacali di proseguire nella loro azione di mobilitazione fino allo Sciopero Generale, cheEnzo Merlini, Milena Frulli e Francesca Busignani hanno ipotizzato in concomitanza con la discussione del PdL in Commissione Finanze, salvo che, nel frattempo, non venga ritirata o modificata radicalmente l’ipotesi di riforma.
Il Segretario Gatti pare deciso a tirare dritto, sostenendo che, come per ogni riforma fiscale, malumori e critiche da parte dei sindacati sono del tutto naturali. Una politica miope alla quale il sindacato intende dire “Basta!”.
La definiscono una ‘Ingiustizia clamorosa’ alla quale bisogna reagire. Il Paese che le OO.SS. rappresentano è appena uscito dal periodo Covid con molti meno soldi nelle tasche; in particolare i redditi medio bassi hanno subìto gli effetti devastanti di un periodo con l’inflazione alle stelle.
I contratti sottoscritti recentemente per il settore industriale ed artigianale hanno tenuto un discreto passo, limitando i danni causati dall’aumento del costo della vita, mentre quelli non ancora firmati devono recuperare una notevole perdita di potere d’acquisto. E ora si registra lo stallo ai tavoli della contrattazione per il settore privato, mentre per quello pubblico allargato il Governo non ha ancora avviato la negoziazione.
Le richieste sindacali vertono prevalentemente sul recupero del potere d’acquisto perduto negli ultimi 4 anni. Non c’è alcuna ragione sociale ed economica affinché i contratti più “poveri”, le cui trattative sono in corso, non debbano riuscire nell’intento, perdendo ulteriore terreno rispetto ad altri.
La riforma IGR sta influenzando negativamente le trattative: anche se le controparti non lo dichiarano apertamente, risulta evidente che le aziende tendano a trattenere risorse da mettere a disposizione dei lavoratori frontalieri, per compensare gli effetti della mannaia che pende pesantemente sui loro salari e stipendi, a scapito dei contratti collettivi che sono rivolti all’intera platea dei lavoratori dipendenti.
Ulteriori effetti collaterali di una riforma che rappresenta l’apice dell’iniquità!
CSdL – CDLS – USL