San Marino. Sinistra, riformismo e nuovi progetti di aggregazione: sembra di essere alle comiche … di Alberto Forcellini

“D’Alema, di’ qualcosa di sinistra”. Siamo nel 1998, “Aprile” è in film di genere che rilancia l’impegno ideologico di Nanni Moretti nel pieno dell’era berlusconiana. Ma la sua provocazione verso il leader maximo della sinistra di quel tempo, è ancora di grandissima attualità: sia in Italia, sia a San Marino. Una critica impietosa alla perdita di riferimento politico della sinistra.

C’è ancora qualcuno capace di dire qualcosa di sinistra?

È una battaglia di sinistra alimentare la tensione sociale su presunti disservizi della sanità? Non c’è bisogno di andare tanto lontano: basta vedere cosa succede a Rimini dove le liste di attesa sono talmente lunghe che crollano gli esami e le visite. Si parla apertamente di crac della sanità. E noi ci lamentiamo perché dobbiamo fare mezz’ora di attesa al telefono. Ma ci lamentiamo solo perché la sinistra di Ciacci ha scelto di incentrare la sua azione politica urlando sul COT che, a suo dire, non funziona.  Lo fa da mesi, perché forse non sa cosa dire e tenta di entrare a forza nella testa della gente, così raccoglie 2000 firme per la chiusura. Ma non si accorge che altri 30mila sammarinesi non hanno firmato.

E allora Ciacci & Co, i quali sanno molto bene che questa campagna ha stufato tutti per la sua strumentalità, provano a dire qualcosa di sinistra rilanciando il progetto riformista. “Che manca” dicono in conferenza stampa e annunciano la conferenza programmatica del 25 marzo. Il tentativo è di portare sulla loro sponda qualcuno che è rimasto caffo.

Infatti, tutto questo succede all’indomani di un PSD che ha serrato le file e sta raccogliendo adesioni ben oltre le sue aspettative; di un PS che ha rispolverato il museo ma si è rimesso in gioco e comunque può contare su una nicchia di nostalgici che da quell’area non si sposterà mai; di una nuova formazione liberal riformista che ha ridato linfa al movimento Noi sammarinesi. Il quale era rimasto piuttosto in ombra negli ultimi anni, ma è riuscito a raccogliere quella parte di socialismo che non ha trovato casa altrove e alla fine ha messo insieme un nutrito gruppo consiliare.

E adesso ci si mette anche Libera? Se non siamo alle comiche, poco ci manca. Ma stiamo a vedere: mancano meno di due anni alla fine della legislatura, forse uno e mezzo, tre Reggenze da spartire tra i diversi partiti e accontentare un po’ gli uni, un po’ gli altri. Ci sono diversi partiti impegnati in tornate congressuali, compresa la DC che avrà il suo appuntamento nell’autunno prossimo. Non c’è nessuno che pensi alle elezioni perché ancora ci sono da sistemare parecchi equilibri. La campagna contro Rete, sempre quotidiana, sempre più feroce, è solo tatticismo. Molto utile a distogliere le attenzioni da altre questioni.

Anche se Motus fa di tutto per attirare l’attenzione e accentrare l’interesse dei media. Per questo si inventa il progetto di centro “liberale e democratico” rispolverando valori che sono tipici dell’area democristiana, ma che strizzano l’occhio anche alla sinistra. Visto l’atteggiamento piuttosto dispotico manifestato nelle loro rivendicazioni, sembra che ci sia ben poco di liberale lì dentro.

Il resto è tutta roba vecchia: poco o niente di nuovo si vede nel panorama politico locale: nomi che c’erano trent’anni fa, linguaggi triti e ritriti, dinamiche clientelari che lasciano ben poco spazio alla vera politica. A meno che nei prossimi mesi esca fuori qualche sorpresa…

a/f