San Marino. Sistema bancario, ecco i primi numeri del 2016: non ancoara sciolti i nodi “Memorandum con Bankitalia” e “Centrale rischi”

Banca-Centrale-San-Marino-536x335Lo scorso giugno ci trovavamo a commentare i dati del sistema bancario sammarinese di un anno piuttosto difficile, il 2015, che ha visto un calo nella raccolta del risparmio, passato dai quasi 7 milioni e mezzo di marzo ai 6 milioni e 753 mila euro di dicembre. Oggi possiamo analizzare i primi dati del 2016 che parlano di un trend non propriamente entusiastico. La raccolta passa infatti dai 6 milioni e 753 mila euro di cui sopra a 6 milioni 602 mila euro. Sarebbe insomma opportuno che si parli meno del sistema bancario e si agisca di più per prendere – come si dice – il toro per corna. I depositi della clientela restano comunque più o meno stabili, con diminuzioni non particolarmente negative. D’altra parte è difficile aspettarsi numeri brillanti vista la situazione – che non riguarda solo il Titano – caratterizzata da una costante preoccupazione delle famiglie a livello globale. E di certo la crisi internazionale legata al terrorismo non farà altro che aumentare verosimilmente questa inquietudine che si riverbera sull’economia. Inoltre la cronaca parla spesso negli ultimi mesi delle decisioni dell’Europa in campo bancario, con il cosiddetto bail in – che comunque pare sarà rivisto – e i vari default che hanno colpito alcuni istituti nel Bel Paese. A San Marino invece come noto è alta l’attenzione sui cosiddetti “crediti deteriorati”, tema questo in cima all’agenda dei vari partiti, che tuttavia hanno idee molto diverse sul come affrontare il tema. I numeri dell’ultimo report di Bcsm parlano di sofferenze diminuite, dato questo sicuramente da accogliere molto positivamente. Occhio inoltre ai cosiddetti indicatori qualitativi che nella tabella qui a fianco indicano il rapporto fra impieghi e raccolta del risparmio e il rapporto fra impieghi e sofferenze: a volere guardare il bicchiere mezzo pieno si può argomentare come si sia consolidato lo stato patrimoniale e il rapporto fra patrimonio netto e totale dell’attivo, cioè capitale investito, che passa al 7,9%. Si continua dunque a guardare con fiducia alla firma del memorandum d’intesa con Bankitalia ed alla Centrale rischi, obiettivi dei quali sembra non si parli più, ma che diventano vitali per dare una sferzata al sistema bancario e ai rapporti con l’Italia.

La Tribuna.sm