Nei giorni scorsi alla luce degli ormai quotidiani articoli della stampa internazionale che riguardano la Repubblica di San Marino, il Congresso di stato ha gridato persino al complotto: “(…) il resto, le speculazioni legate a dinamiche interne o a tentativi esterni alla Repubblica di influenzare gli equilibri politici nazionali è un dejavù, già visto anche qualche anno fa”. Ma che motivo avranno giornali molto diversi fra loro come linea editoriale e non solo, a mettere in cattiva luce il governo sammarinese? Fatto sta che il Titano è ospite fisso di “Verità”, “Giornale”, “Fatto Quotidiano”, “Sole 24 Ore”, “Dagospia”. Ed anche sforzandoci non solo non troviamo nulla in comune fra le testate di cui sopra. Ma neppure vediamo parallelismi col passato quando nella guerra ai paradisi fiscali tutti i media italiani si erano schierati contro San Marino. Non è che allora c’è qualcosa sotto che al momento non sappiamo? Già perché la stampa sammarinese e gli stessi cittadini paiono sempre gli ultimi a scoprire le magagne, ma sono i primi chiaramente a subire sulla propria pelle le conseguenze. D’altra parte appare difficile solo pensare che nessuno si accorgesse ad esempio di quello che accade nel nostro tribunale, tanto per dirne una. Altro che complotti. E finché le questioni riguardavano sammarinesi era un conto, ma nel tritacarne ora solo finiti pure cittadini italiani. Ed è tutta un’altra faccenda. Nella giornata di ieri “La Verità” si è occupata delle querelle Gozi-Renzi, con quest’ultimo che non ne sta uscendo particolarmente bene, per usare un eufemismo. Ma al di là delle vicende legali di questo e quell’altro, ciò che maggiormente dovrebbe preoccupare le categorie economiche e le parti sociali è un articolo uscito sempre nella giornata di ieri sul “Fatto Quotidiano”, che scrive apertamente in prima pagina: “Il sistema banche è fallito: ‘malati’ il 54% dei crediti”. C’è davvero ben poco da aggiungere e leggendo all’interno del giornale le cose vanno anche peggio: “Oggi è come se Atene e il suo sistema bancario si fossero trasferiti tout court sul Monte Titano. Il sistema bancario della piccola repubblica è di fatto tecnicamente fallito. Così come lo era quello delle banche greche prima dell’intervento della Troika” scrive Sansa. Saremo in brache di tela ma almeno in mano ci è rimasta la trasparenza, grazie alla cura di Adesso.sm… oppure manco quella? Non c’è però nulla da ironizzare perché in due anni e mezzo siamo giunti a questo punto. Chi porterà qui i propri soldi? Anzi: chi li lascerà ancora nelle nostre banche? Lo abbiamo scritto più volte, senza essere ascoltati: al di là delle colpe, delle congetture o dei complotti, serve ridare fiducia al sistema. E come accade in tutto il mondo l’unico modo è andare a elezioni. Se non lo si capisce, la situazione è destinata a peggiorare e implodere ulteriormente. E’ impensabile salvare questo Titanic ormai totalmente alla deriva e completamente affondato. Per la cronaca nell’articolo a tutta pagina si parla – naturalmente verrebbe da dire – della situazione del Cis e giusto per l’estremo colpo all’immagine disastrata della Repubblica, vengono riportare le testimonianze di correntisti colpiti dal blocco dei pagamenti in questo istituto. E pensare che ogni sforzo di questo governo e di questa maggioranza paiono completamente orientati a salvarlo. Tutta un’altra musica rispetto ad Asset, lasciata chiudere senza muovere un dito e la cui dipartita ha portato alla situazione odierna. Della serie quando a causa delle beghe “famigliari” a rimetterci è una intera nazione.
