Sala Montelupo gremita ieri sera per la serata di confronto organizzata dai sindacati CSdL, CDLS e USL sui contenuti della Riforma fiscale IGR che il Governo intende portare in Commissione Finanze entro fine settembre, con la seconda lettura prevista a novembre. All’incontro hanno partecipato esponenti di maggioranza e opposizione, tra cui i Consiglieri Massimo Andrea Ugolini (PDCS/AR), Silvia Cecchetti (Libera/PS/PSD) e Gian Luigi Macina (opposizione), con il dibattito moderato dal giornalista Mauro Torresi di San Marino RTV.
La risposta della cittadinanza e del mondo del lavoro è stata netta: la sala ha compreso chiaramente l’intento del Governo, percepito come un aumento della pressione fiscale sui lavoratori, residenti, frontalieri e pensionati, invece di un’efficace lotta a evasione ed elusione fiscale.
Contrarietà dei sindacati
I tre Segretari Generali hanno ribadito la loro contrarietà al provvedimento, sottolineando che negli ultimi anni stipendi e pensioni hanno perso tra il 10% e il 20% del potere d’acquisto, con rinnovi contrattuali insufficienti a recuperare l’inflazione e pensioni rivalutate in minima parte. “Non solo le tasse non devono aumentare, ma devono essere ridotte!”, hanno dichiarato.
“Se i provvedimenti della riforma non modificheranno la condizione dei lavoratori e pensionati, concentrandosi esclusivamente sui controlli, questa maggioranza può andare avanti senza problemi. Altrimenti, il PdL va radicalmente cambiato e serve tempo per rivedere l’impianto della norma”, hanno aggiunto.
Critiche al sistema di controlli
I sindacati hanno trovato punti di sinergia con l’opposizione, rappresentata da Gianluigi Macina, soprattutto sulla gestione dei controlli fiscali. Gli interventi automatici sulle imprese con meno di 15mila euro di dichiarato, previsti dalla riforma, sono considerati inapplicabili fino al 2027, aggravati da un Ufficio Tributario sotto organico.
Inoltre, il meccanismo SMaC, pensato come sconto fiscale per incentivare spese sul territorio, è stato criticato come una tassa occulta per i redditi più bassi, mentre per quelli medio-alti comporterebbe vantaggi, configurando una chiara iniquità. La mancata depurazione del fiscal drag e il raddoppio delle imposte sul TFR aggravano ulteriormente la posizione dei contribuenti.
Non meno grave, secondo i sindacati, è l’impatto sui lavoratori frontalieri, con possibili effetti di discriminazione fiscale e rischio di esodo verso l’Italia, con conseguente impoverimento del tessuto economico locale.
Prossime mosse sindacali
I sindacati hanno annunciato la prosecuzione della mobilitazione: il 5 settembre è previsto l’Attivo dei Quadri delle tre sigle, seguito dall’avvio delle assemblee zonali l’8 settembre con tutti i lavoratori, lavoratrici e pensionati. Rimane confermato lo Sciopero Generale qualora la maggioranza non intervenga sostanzialmente o non blocchi la riforma.
In chiusura, i rappresentanti della maggioranza hanno manifestato qualche apertura, ma limitata e insufficiente a modificare l’impianto complessivo della legge. Le OO.SS. insistono sulla necessità di rivedere gli articoli che riguardano i redditi da lavoro dipendente e pensione, puntando su una maggiore equità e sul recupero dell’elusione fiscale come priorità.