SOLDI, ROBA E CALATA DI BRAGHE
E’ quanto i cittadini elargiranno a favore di anonimi imprenditori, attivi nel lusso, interessati a dar vita al “Luxury Department Store San Marino” che dovrebbe sorgere in località Ponte Mellini, lo si evince dal testo della delibera N.10 del 29 Luglio 2014, del Congresso di Stato avente per oggetto “accordo per la realizzazione di un importante investimento economico Luxury Department Store San Marino”.
Telegraficamente la delibera, ridondante di enfasi, impegna lo Stato ( i cittadini) a praticare sgravi fiscali di varia natura quali: imposte sugli utili di bilancio; imposte di registro; credito agevolato; variante al piano particolareggiato al fine di autorizzare l’ampliamento dell’edificio esistente fino a MQ.15/20000 circa, esente da oneri. Nonché, udite udite, un contributo (soldi) straordinario a fondo perduto (entità sconosciuta) per la ristrutturazione dell’immobile ove l’attività verrà esercitata.
Nella delibera i congressisti si dannano per giustificare la “calata di braghe” con i tanti posti di lavoro (sperati) derivanti dal Luxury Department, e dalle tante imposte indirette (Monofase o Iva) (sperate) che affluiranno nelle casse dello Stato.
Nulla da dire circa gli anonimi imprenditori e l’iniziativa dai medesimi progettata che ha generato gran entusiasmo negli organi deliberanti.
Al contrario molto da dire su tutto ciò che viene dallo stato loro concesso. Fino al punto da chiedersi su chi realmente ricada il rischio d’impresa: sullo stato o sugli anonimi imprenditori?
Di norma quando si “calano le braghe” c’è sempre qualcuno pronto ad approfittarne. Business is Business.
Per dipiù, quando si agisce in stato di necessità e in affanno, le decisioni prese rispondono di più all’emotività che al raziocinio.
E’ bene tenere presente che in tutti i progetti imprenditoriali il rischio esiste, e uno stato in condizioni finanziarie precarie deve averlo ben presente.
Il progetto “Luxury Department” comporta un investimento di circa 60 milioni di euro. Gli imprenditori interverranno con 20 milioni, gli altri 40, si presume, saranno richiesti al sistema bancario. Lo stato, è bene ricordarlo, con il contributo a fondo perduto, si assume da subito un costo certo fidando in un ritorno sperato.
Siete per caso, signori del potere, affascinati dal lusso come lo siete stati per la piazza finanziaria?
Entrambi si caratterizzano per la loro aleatorietà.
Sia ben chiaro, non sono assolutamente contro l’iniziativa che deve essere agevolata. Sono contrario ai finanziamenti a fondo perduto. Il troppo stroppia.
Imprenditori attenti hanno sicuramente valutato il regime fiscale, il costo del lavoro, l’internazionalizzazione reale (a mio avviso carente) del sistema paese e quant’altro utile allo sviluppo dell’impresa.
Perché quindi devolvere loro più del ragionevole?
Non mi straccio le vesti se per gli anonimi imprenditori la legge tributaria viene violata, e con lei uno stato di diritto pienamente mai esistito in San Marino.
E’ il “Principe” che vuole, delibera e spesso si rimangia il deliberato. I cittadini osservano, mugugnano e si adeguano. Questo è da sempre.
Sulle garanzie e i controlli che lo Stato, pardon il Congresso, intende mettere in atto, viste le esperienze fatte in vari settori, meglio sorvolare.
Quando il “treno” ha lasciato la stazione per una destinazione sperata difficile fermarlo. Chi c’è sopra c’è sopra.
Se i conducenti del “treno” saranno, come si dice, competenti e corretti, forse qualche cittadino potrebbe anche acquistare azioni, se in vendita.
Ai signori del Congresso ed ai membri del Consiglio Grande, che approveranno la delibera n.10, a garanzia del denaro versato dallo stato a fondo perduto, alla Luxury Department Store, chiederei la loro personale garanzia.
Se entro due anni dall’inizio dell’attività, il denaro non rientrerà come imposte indirette, metteranno le mani in saccoccia versando nelle casse dello Stato la somma corrispondente al danno causato.
Mi pare una ragionevole richiesta.
MARINO PASQUALE DE BIAGI