San Marino. “Sono pronto ad andare in galera ai Cappuccini”. Lei sammarinese lui italiano, si sposano, ma le cose presto degenerano. ”Ormai sono costretto a dormire in macchina”.

Matrimonio-in-crisiUna storia d’amore che finisce dalle cui ceneri nasce un incubo. Per lui.

La vicenda inizia nel maggio del 2013 quando Mario e Luisa (nomi di fantasia per la privacy delle due persone coinvolte) si sposano, lui italiano lei sammarinese. “I problemi emergono un anno dopo le nozze -racconta Mario- lei inizia a rivendicare le sue proprieta? dicendo che la casa era la sua e che io ero ospite”. Per ovviare a questo problema i due decidono, nel 2015, di acquistare una casa in comune. “Siamo andati in banca a chiedere il mutuo e lei ha messo in vendita la propria abitazione -continua Mario- nel mentre ho anche fatto trasferire i miei genitori in un appartamento vicino ai confini di San Marino dal Lazio. Sistemiamo tutte le cose come si deve fare quando si compra casa e pare che tutto sia a posto”.

Ma alla fine dell’estate qualcosa cambia. “Era il giorno precedente al suo compleanno, torno a casa sua dopo un viaggio nel mio paese di origine per finire di prendere le mie cose nella mia vecchia abitazione, entro in garage e scarico l’auto per sistemare le mie cose sugli scaffali provvisoriamente aspettando di trasferirci nella casa nuova. Quando avevo praticamente finito e? arrivata lei, sembrava un’altra persona, scura in viso mi si e? messa a gridare contro di andarmene da casa sua, addirittura mi sputo? in faccia, prese gli scaffali pieni delle mie cose e li ribalto? a terra fracassando tutto”.

La situazione da qui degenera.

“A questo punto mi trasferisco a dormire nella cameretta della casa dove vivevamo aspettando di chiarire le cose. Lei intanto si era trasferita a casa del figlio (da un precedente matrimonio). Dopo qualche giorno dalla sfuriata del garage vado a trovare i miei genitori e quando torno trovo le serrature cambiate. A questo punto chiamo la Gendarmeria e davanti a loro lei, mia moglie, si rifiuta di darmi le chiavi. Alla fine, una volta rimasto solo, decido di rompere il vetro di una finestra e quando entro trovo tutti i miei vestiti buttati in terra, strappati, non solo, avevo una decina di orologi di marca ed erano spariti”.

A questo punto le acque si calmano e per qualche tempo i due non si vedono.

“Dopo tre settimane ci incrociamo in auto a Dogana e lei tranquilla mi chiede se puo? venire a prendere alcune sue cose a casa, siamo saliti assieme e abbiamo anche pranzato. Poi lei se ne va via e io scendo in garage a cambiare le gomme alla macchina per l’inverno (e? la seconda meta? di dicembre). All’improvviso torna, scortata dai gendarmi, accusandomi di averla aggredita”.

La vicenda si sposta in tribunale. “Cosi? mi trovo con un’accusa da codice penale, sono costretto ad andarmene di casa, e poco prima di Natale mi trovo in mezzo alla strada. Solo, ripudiato da tutti, additato per un fatto che non ho commesso. Sono stato per un periodo alla Caritas di San Michele ma poi anche da li? me ne sono dovuto andare perche? era da troppo che ci dormivo. Mi trovo solo e senza una lira. Vivo in macchina e dormo nei parcheggi della Repubblica, mi lavo alle fontanelle e chiedo qualche euro per mangiare e

la benzina ai pochissimi amici che mi sono rimasti vicino con la promessa di restituirglieli al piu? presto. Ora ho chiesto aiuto all’ambasciata italiana a San Marino per un alloggio e un avvocato che mi difenda perche? io sono innocente e non me ne voglio andare via da questo Paese con disonore. Voglio che le cose vengano chiarite per la mia dignita? di persona. Se poi dovessi essere condannato sono disposto a pagare, voglio uscire da questo inferno, sono pronto anche ad andare in carcere ai Cappuccini. Ma sono innocente e le indagini lo proveranno, voglio indietro la mia vita”. La Tribuna