Riceviamo e pubblichiamo
Forse non tutti si sono accorti che siamo in guerra. Il nemico non ha la divisa militare, né i fucili, ma è più subdolo, non si vede, perciò colpisce tutti, senza distinzione di età, sesso e ceto sociale. Per questo bisogna stare attenti.
Come in guerra, se arriva un’incursione aerea, non si va a teatro, al cinema, o a un concerto. Non si va in palestra, al ristorante, a ballare. Ci si precipita giù in cantina, magari a luci spente, pregando il Signore che le bombe cadano un po’ più in là.
Perché stupirsi allora, o recriminare, o lamentarsi, se ci vengono chieste alcune restrizioni?
Come in guerra, c’è chi guadagna di più e chi perde il lavoro. Perciò, occhio alla penna. Bisogna stare svegli e cercare nuove possibilità. Non si può chiedere tutto al governo. I nostri nonni, i nostri padri, hanno ricostruito il Paese dopo la Seconda Guerra e hanno creato il boom economico. Non avevano neanche una minima parte delle opportunità che ci sono oggi. Spesso non avevano neppure una casa, un tetto sotto cui ripararsi, o un piatto di minestra.
Come in guerra ci sono i traditori, gli stupidi, gli ignavi, i parassiti, gli opportunisti, i profeti dell’Apocalisse. Che hanno gioco facile sugli isterici, i depressi, i più fragili, diffondendo notizie false, allarmismi ingiustificati, riempiendo giornali, social e siti web di fake news. Siamo nell’era di internet, ma sarebbero tutti da corte marziale.
Come in guerra ci sono gli speculatori che cercano di trarre profitto dai mali altrui, dalle difficoltà organizzative, dalle paure delle gente, dalla imprevedibilità degli eventi.
Come in guerra ci sono gli eroi insospettabili, che lavorano negli ospedali, sulle strade, nelle strutture pubbliche; che ricoprono con competenza, passione e abnegazione tutti gli anelli della catena di intervento sociale e sanitario. A partire dalla politica e dalle massime istituzioni, giù, giù, attraverso tutti i gradini delle gerarchie sociali e operative. Tanti uomini e donne giusti, al momento giusto, nel posto giusto. Che spesso non fanno notizia.
Cosa possiamo fare noi cittadini? Semplicemente dobbiamo usare tanto buon senso, avere rispetto per le persone e per le regole. I furbetti, che ci sono sempre, fanno la fine degli “untori”.
Per il resto: speriamo in meglio, prepariamoci al peggio, ma soprattutto progettiamo un piano B.
Angela Venturini