San Marino. Sprecare cibo e? grave: si rischia il carcere. In arrivo una Istanza d’Arengo contro chi butta generi alimentari nel bidone dei rifiuti.

prodotti-alimentari-italyNon sempre gli alimenti meritano di essere gettati nella spazzatura, occhio alla scadenza.

L’invito del Capitano di Citta? Maria Teresa Beccari e? molto semplice: “La Giunta aderisce all’Istanza d’Arengo contro lo spreco alimentare”. Un invito un invito raccolto anche dalle altre Giunte.

L’iniziativa parte dalla responsabile dell’Associazione Consumatori dell’Usl, Silvia Mainardi. Nel mese di maggio e? stato approvato dall’Assemblea francese (la camera bassa del Parlamento) una legge che sostanzialmente istituisce, per i supermercati sopra i 400 metri quadrati, il “reato di spreco alimentare”.

Si possono beccare fino a due anni di prigionia.

In soldoni: non sara? piu? possibile per i negozi, infatti, smaltire l’invenduto trasformandolo in rifiuto quando ancora utilizzabile. Un dato della Fao assicura che il 35% della produzione mondiale finisce tra i rifiuti.

Dai dati saltano fuori cifre impressionanti che dimostrano come l’iniziativa francese sia interessante per molti motivi, ma soprattutto perche? arriva una una risposta istituzionale a un problema vergognoso (eufemismo) che molto fa parlare ma che non sembra avere la forza di muovere interventi di carattere politico e normativo diretto.

Lo spreco del cibo, e? il caso di ricordare, e? l’aspetto piu? tangibile di un modo di produrre, distribuire, vendere e consumare il cibo che non funziona.

Secondo la FAO quel 35% che finisce nella spazzatura ha un costo economico stimato in circa un trilione di dollari all’anno.

Sono cifre spaventose. Si calcola che siano 800 milioni le persone malnutrite. Una situazione che dovrebbe spingere ad una maggiore efficienza la catena produttiva e distributiva, trovando modo di redistribuzione il cibo prossimo alla scadenza, insegnare ai consumatori a ridare valore a cio? che mettono prima in frigorifero e finisce nella spazzatura senza nemmeno passa- re per la tavola.

Altro dato preoccupante: in Italia si lascino nei campi ben 1,4 milioni di tonnellate di prodotti all’anno semplicemente perche? la raccolta non e? conveniente.

Una via praticabile con successo e rimediare agli sprechi e? la realizzazione di programmi mirati all’educazione alimentare nelle scuole primarie.

Insomma insegnare ai piu? piccoli che il cibo va rispettato al pari del lavoro di chi lo ha prodotto e che sprecarlo reca un danno non solo economico, ma anche e soprattutto in termini di risorse utilizzate per realizzarlo: acqua, terreno, energia.

Una situazione rimarcata anche nel corso di Expo 2015 dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella nel corso della Giornata mondiale per l’ambiente: “Lo spreco di cibo e? un insulto alla societa?. La cultura dello scarto e del consumo illimitato non si concilia piu? con il futuro possibile, ne? con lo sviluppo economico. E? questa la novita? del nostro tempo. Uscire dalla crisi vuol dire saper innovare e cambiare rotta”.

Sempre il Presidente italiano: “Serve un patto di cittadinanza contro lo spreco. Da un lato i singoli consumatori con la scelta dei prodotti possono giocare un ruolo attivo, condizionando il mercato e non essendone soltanto condizionati”.

Dall’Expo gli ha fatto eco il viceministro delle Politiche agricole e alimentari Andrea Olivero: “Il Governo sta lavorando ad una legge anti spreco, incontri del ministro Marino Martina con le associazioni e le organizzazioni della grande distribuzione sono gia? in atto”.

Si punta a sensibilizzare maggiormente i punti vendita e le mense a riciclare il cibo in sovrappiu? e a calcolare meglio le necessita? commerciali. In Europa c’e? gia? una larga adesione a tali interventi (anche legislativi). Oltretutto sono tematiche che in tempi di massicce ondate di migranti da accogliere diventano di primaria rilevanza.

La Tribuna