San Marino. Stangata invernale sui sammarinesi? Il prezzo del gas torna a salire: già ora costa molto più di quanto prevedeva il contratto a prezzo fisso avventatamente ceduto! … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Brutte nuove per i sammarinesi dai mercati dell’energia. Brutte notizie che -purtroppo- confermano l’analisi che feci (basandomi su proiezioni e “sensazioni” degli esperti) all’indomani del 2 febbraio scorso, quando l’Azienda Autonoma di Stato dei Servizi dispose, con il più o meno benestare del governo, la rinuncia al contratto di fornitura del gas a prezzo fisso quantificato in 0,463 euro al metro cubo e stipulato con Enel Global Trading.

Oggi, assume un peso diverso, rispetto quei giorni, anche il quanto mai diretto -e oggi si potrebbe dire anche saggio- editoriale di Marco Severini, pubblicato su queste stesse pagine elettroniche, in cui lo stesso invitava chiaramente “Lonfernini, Chiaruzzi, Raffaeli e tutto il Cda (dell’Aass, ndr)” ad “andare a casa” (leggi qui). “Come si può vendere un contratto che ci protegge nei prossimi sei anni e che ci permette di non andare in bancarotta? Cristo santo! Come è possibile prendere una decisione così rischiosa…”, si chiedeva, e chiedeva Severini.

Dal canto mio, titolai: “Gas, l’Aass ha piazzato una rischiosa scommessa mettendo in gioco stabilità economica del Paese e benessere delle famiglie” (leggi qui). “…La mossa permetterebbe all’Azienda di risparmiare nell’acquisto del gas rispetto al prezzo fisso del contratto ISDA che è stato ormai ceduto -scrissi all’epoca- e di riflesso, il costo della materia prima energetica nelle bollette dei sammarinesi sarebbe più basso. Ma quasi nessuno, fra i grandi analisti internazionali, è convinto che il forte calo del prezzo del gas sui mercati italiano ed europeo che si registra oggi e che dovrebbe confermarsi anche nei prossimi mesi primaverili, sia destinato a superare l’estate”. E l’Estate, quella meteorologica, di fatto non l’ha superata.

Lunedì scorso il costo medio giornaliero del gas sul mercato italiano ha toccato il suo massimo dalla primavera scorsa, attestandosi in 53,553 euro a megawattora nella “negoziazione continua” (MGP-GAS) e a 52,011 euro a megawattora nelle aste (MI-GAS). E ciò a fronte di, rispettivamente, 33,519 e 35,000 €/Mwh del primo ottobre scorso, quando, comunque, il trend era già in preoccupante risalita.

Ma, per meglio comprendere, trasformiamo il costo per Mwh in costo per metro cubo, ricordando che il superato contratto di acquisto a prezzo fisso fissava il 0,463 euro a metro cubo (Smc) il costo di approvvigionamento di AASS per quella fonte energetica. Sappiamo che 1.000 Kwh, ovvero un Mwh, di energia corrispondono a 93,54 smc. Quindi dividendo il costo del megawattora per 93,54 otteniamo il costo a metro cubo, inteso alle condizioni standard prefissate.

Lunedì scorso, quindi, un Smc di gas nel mercato all’ingrosso aveva un prezzo di 53,553 : 93,54, ovvero di 0,572 euro per ogni metro cubo. Circa 11 centesimi di euro in più del prezzo fisso attivo fino allo scorso 2 febbraio. E non è poco perchè se trasformiamo questo dato in percentuale significa che quel prezzo è circa il 22% più alto di quello a cui Aass ha deciso di rinunciare vedendo la quotazione, il prezzo, calare al di sotto dei fatidici 0,463€/Smc previsti nel contratto a prezzo fisso che era in essere nel contratto ISDA.

A preoccupare, ovviamente, non è il prezzo del singolo giorno, peraltro ridimensionatosi a 46,353€/MWh (0,495€/Smc) nel pomeriggio di ieri nel mercato a negoziazione continua (Mi-Gas), ma il preoccupante trend che ha assunto e che va a confermare le stime che gli analisti e gli esperti fecero già nel gennaio e febbraio scorso e che vennero ignorate da chi decise di rescindere, di cedere il contratto a prezzo fisso che sarebbe rimasto attivo ancora per anni e che avrebbe messo il Titano al riparo dalle anche esasperate fluttuazioni del mercato energetico di questi anni.

Certo, come era ampiamente prevedibile, il risparmio per il Titano da quel 2 febbraio alla fine dello scorso settembre è stato importante, ma quanto tempo servirà a “bruciarlo” se un Smc di gas nel mercato all’ingrosso dovesse continuare il trend di crescita di questo mese di ottobre? E, una volta bruciato il risparmio, chi pagherà il maggiore aggravio dei costi di rifornimento dell’essenziale gas da qui alla naturale scadenza del contratto ceduto? Semplice… Semplicissimo: i cittadini, le famiglie in bolletta!

Il trend, comunque, per fortuna, non si può dire ancora consolidato, visto che ad influire sul prezzo di questi ultimi giorni c’è sicuramente la crisi mediorientale, la guerra che Israele ha avviato verso i terroristi di Hamas in seguito ai disumani e macabri fatti del 7 ottobre scorso (il Quatar, stato “amico” di Hamas, è il massimo fornitore di gas all’Europa) e, negli ultimi due giorni la quotazione è tornata un poco a scendere. Ma la prospettiva non è per nulla rassicurante, seppure le scorte europee accumulate siano quasi al massimo del possibile, poichè non mancano analisti ed esperti pronti a scommettere su nuovi picchi nei prossimi mesi che potrebbero perdurare per tutto l’inverno e forse oltre, nei mesi a venire, toccando prezzi anche superiori ai 65 €cent/Smc.

Era il marzo scorso quando il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini -replicando alle critiche che si levavano da GiornaleSm sulla cessione del contratto a prezzo fisso- affermava in pompa magna che la cessione di quel contratto fosse stato un buon affare che avrebbe permesso fino alla fine del 2025 di “risparmiare da 1,2 a 1,5 milioni all’anno” nell’acquisto del gas. Una previsione che, già oggi, peraltro come da noi temuto sulla base di semplici ricerche Google, senza costosi consulenti, vacilla fortemente…

Ma, ormai, quel contratto -al contrario del ruolo di chi l’ha voluto cancellare- non esiste più! E l’unica cosa a cui ci ogni sammarinese si può affidare, oggi, sembra essere l’accensione di un cero al Santo protettore di San Marino e dei sammarinesi.

Enrico Lazzari