Riceviamo e pubblichiamo
Carissima Caterina, mi preme ancora una volta, mio malgrado, tornare sul tema della Variante al Piano Particolareggiato dell’area APSA 1 (Cava Antica P.6) e dell’area APSA 2 (Cava degli Umbri P.7). Pur comprendendo, da una parte, le difficoltà che sta attraversando il comparto turistico e commerciale del Centro Storico di San Marino Città ed in particolare la Sua personale, dall’altra parte, tuttavia, non credo che la situazione di oggi sia figlia “…..soprattutto dalla impossibilità di lavorare in modo continuativo e al massimo della potenzialità in una struttura che, per legge, avrebbe dovuto essere ricostruita già dal 2014 (Variante al Piano Particolareggiato della Zona A103 (…) anno 2010) legge che i precedenti governi, a maggioranza democristiana, hanno sempre disatteso, nonostante la presentazione da parte mia di ben tre progetti di ricostruzione”. Sulle “precisazioni strumentali” vorrei cercare di effettuare le seguenti riflessioni.
Credo che le novità introdotte con l’approvazione della Variante al Piano Particolareggiato della Zona A103 Centro Storico di San Marino Città (19 Maggio 2010) a guida “democristiana” siano sotto gli occhi di tutti. Questo nuovo e moderno strumento di pianificazione particolare, in primo luogo, ha permesso di eliminare le vetrine esterne delle attività commerciali all’interno del centro storico, dove ciascuna attività (tutte) si sono adeguate alle nuove disposizioni rinunciando a precedenti diritti acquisiti. In secondo luogo, un altro elemento introdotto è stato quello di consentire la possibilità di demolire e ricostruire i chioschi con destinazione commerciale ed i n.5 chioschi di mescita stabilendo un termine entro il quale provvedere all’adeguamento (31 Dicembre 2014). Di questi n.5 chiosci, con n.1 chiosco è stato raggiunto un accordo per la riqualificazione dell’area a fronte di un indennizzo forfetario pari ad €.50.000,00 (vedi delibera dell’On.le Congresso di Stato n.39 dell’11 Novembre 2014); n.2 chioschi si sono adeguati entro i termini prestabiliti, mentre, i restanti n.2 chioschi (al P.6 e in prossimità della pista di pattinaggio) sono stati inclusi all’interno delle Aree a “Progetto Speciale”. La Tavola P4 “Progetti Speciali Architettonici” della suddetta Variante al P.P. della Zona A103 San Marino Città approvata il 19 Maggio 2010, prescriva che “… i chioschi presenti ed attivi dovranno essere rimossi e/o riposizionati in base al progetto complessivo dell’area e comunque adeguarsi alle norme tecniche di attuazione”. Nel 2012 è stato emesso un Concorso di Idee per elaborare un progetto complessivo delle aree in oggetto, progetto che ha definito in modo univoco, il ricollocamento dei chioschi oggi presenti all’interno del p.6 e in prossimità della pista di pattinaggio.
La premessa si è resa necessaria per meglio far comprendere come, nella scorsa legislatura, la Commissione per le Politiche Territoriali (a guida “Allenza Popolare”) anziché affidare l’incarico al progetto vincitore del Concorso di Idee (o ad altro professionista) – per elaborare il progetto complessivo a vantaggio di tutto il comparto Turistico e Commerciale del Centro Storico di San Marino Città – abbia optato per prolungare il termine di adeguamento delle strutture dei chioschi portandolo al 31 Dicembre 2019.
In questa legislatura invece siamo giunti al paradosso. Il Segretario Michelotti, in qualità di Presidente della CPT, in data 10 Agosto 2018 approva in via preliminare la Variante al Piano Particolareggiato dell’area APSA 1 (Cava Antica P.6) e dell’area APSA 2 (Cava degli Umbri P.7) esclusivamente per lo spostamento dei chioschi di mescita, “SENZA” dare corso alla progettazione complessiva delle intere aree (progetto “STRALCIO”) poi, propone al Congresso di Stato, di affidare un incarico professionale – all’Arch. Bodega (vedi delibera del CdS n.78 del 28 Dicembre 2018) – per la progettazione complessiva dell’intervento di riqualificazione delle aree a progetto speciale APSA1 (Cava degli Umbri) e APSA2 (Cava Antica) che includa un centro benessere di eccellenza definito “Wellness Park”. Infine, ad incarico assegnato, il Segretario Michelotti in data 20 Marzo 2019 approva definitiva della Variante al Piano Particolareggiato dell’area APSA 1 (Cava Antica P.6) e dell’area APSA 2 (Cava degli Umbri P.7) esclusivamente per lo spostamento dei chioschi di mescita. E’ proprio il caso di dire “delle due, l’una” ovvero il progetto complessivo.
In merito al parere contrario della Commissione dei Monumenti, la Signora Morganti confonde la validità di un parere preventivo (come quelli da lei ottenuti nella fase preliminare dei progetti) rispetto ad un parere vincolante – cui al comma 8 dell’articolo 11 della Legge N.140/2017 – espresso sulla proposta di varianti ai PP in oggetto. La realtà dei fatti è un’altra.. Dopo il parere negativo della Commissione Monumenti sulla proposta di Variante al P.P., la stessa Commissione monumenti, ha provveduto ad approvare un progetto modificato (come già spiegato nel precedente comunicato) grazie alla nomina di nuovi membri in sostituzione di quelli dimissionari.
Per quanto riguarda invece la copertura abusiva “normata nella mappatura che ad oggi definisce il perimetro di occupazione del suolo pubblico del chiosco e sul quale l’ufficio fa i conteggi per la tassa di occupazione” mi preme dire che la concessione del suolo pubblico non dà il diritto di chiudere lo spazio con strutture coperte.
In conclusione mi auguro di non aver urtato ulteriori sensibilità, ma una cosa vorrei rimarcarla. “Non è l’approvazione di un Piano Particolareggiato Stralcio che dà la possibilità di aiutare un comparto turistico bensì le infrastrutture che si mettono a disposizione dello stesso comparto…” e il Segretario Michelotti ha messo a disposzione del comparto turistico solo la veranda dove celebrare i matrimoni.
Il Consigliere
Stefano Canti
Caterina Morganti aveva scritto: ”In merito alla lettera firmata dal Consigliere del Pdcs Stefano Canti pubblicata su Repubblica.sm in data 9 maggio 2018 si rendono necessarie alcune precisazioni. Il chiosco in prossimità della pista di Pattinaggio non è una società ma una ditta individuale. Il debito di cui parla il Consigliere, come già chiarito dal Segretario al Territorio, è oggetto di un piano di rientro con mutuo ipotecario concordato con Banca Centrale, di cui pago regolarmente le rate, come consentito dalla legge, dunque nessuna insolvenza da parte mia piuttosto una sofferenza di liquidità dovuta soprattutto alla impossibilità di lavorare in modo continuativo e al massimo della potenzialità in una struttura che, per legge, avrebbe dovuto essere ricostruita già dal 2014 (Variante al Piano Particolareggiato della Zona A103 (…) anno 2010) legge che i precedenti governi, a maggioranza democristiana, hanno sempre disatteso, nonostante la presentazione da parte mia di ben tre progetti di ricostruzione. Una ricostruzione che avrebbe risolto, così come è accaduto per tutti gli altri chioschi incidenti su suolo pubblico, qualsiasi eventuale violazione dovuta all’obsolescenza della struttura. Una ricostruzione sempre impedita dai governi precedenti che, con il loro operato, hanno creato un forte discrimine di opportunità determinando una grave violazione del diritto/dovere sancito dalla norma che ha fatto subire a me e alla mia famiglia un danno economico e un grave danno morale. Una violazione del diritto dovuta alla volontà di quei governi di destinare il sito delle due Cave, su cui insiste il chiosco e definito dalla norma a “progetto speciale”, alla realizzazione di un centro benessere (Cava degli Umbri o – p 7) e un’area eventi (Cava Antica o p 6) come da bando vinto dall’architetto Simone Grandoni (anno 2012). Un progetto che comprende anche gli spazi per la ricostruzione dei due chioschi già in essere, ma ad oggi non ancora realizzato. In attesa di tale realizzazione, che richiede la partecipazione di investitori privati (mai palesatesi), questi precedenti governi, eludendo la norma, hanno risolto l’attesa con deroghe, impedendo la ricostruzione. Un modo di operare discutibile che ha tratta il suolo pubblico come se fosse di proprietà del Governo di turno (e il Consigliere conoscerà spero la differenza tra Stato e Governo!) e lo rende, di fatto, oggetto di una compravendita. Quei due chioschi sono una spina nel fianco per chi vorrebbe fare concessioni a ipotetici investitori e il Consigliere Canti ne è ben consapevole, forse è per questo che si agita tanto!
La variante che tanto lo disturba oggi, che finalmente pone fine a questa violazione del diritto, è necessaria per consentire ai due chioschi di rientrare nei termini della legge del 2010. Questo esecutivo è, nel rispetto del diritto, intervenuto a correggere l’anomalia creata dai governi precedenti.
Inoltre la copertura che il Consigliere contesta quale abusiva è normata nella mappatura che ad oggi definisce il perimetro di occupazione del suolo pubblico del chiosco e sul quale l’ufficio fa i conteggi per la tassa di occupazione. La velata considerazione che ci sia stata la richiesta di una sanatoria della situazione attuale del chiosco è una vera e propria falsità, illazione che viene smentita nei fatti dai tre progetti di riqualificazione e demolizione dell’esistente da me presentati il primo nel 2011, il secondo nel 2015 e l’ultimo in data 14 giugno 2018.
Per quanto riguarda il parere contrario della Commissione Monumenti, cui fa riferimento il Consigliere, è relativo allo spostamento del chiosco al p.6 e non comprende il chiosco del Pattinaggio sul quale la commissione si era già espressa positivamente in altre occasioni così come la Giunta di Castello di Città (la documentazione è facilmente consultabile negli uffici preposti). La variante respinta dalla CCM con due voti contrari – DC e Rete – e uno a favore e poi stata successivamente approvata con le dovute correzioni, dunque anche in questo caso la premura di chiarezza del Consigliere Canti lascia adito a imprecisioni del tutto strumentali.
Caterina Morganti”