San Marino. Sting al Kursaal, per pochi ma non per tutti … di Alberto Forcellini

“Message in a Bottle” per chi ama Sting, che sabato sera era al Kursaal, ma che solo pochissimi eletti hanno potuto vedere e ascoltare. Perché?

I cittadini sammarinesi vengono a sapere della notizia dal tg della sera. Qualcuno precisa che la notizia era uscita già da qualche giorno, ma la sostanza non cambia.

Immagini esterne lasciano intravvedere signore in lunghi abiti da sera, signori in smoking, il clima delle grandi occasioni. Il reportage ci fa sapere che c’erano ospiti del calibro di Davide Cassani, Rudy Zerbi e la famiglia Ferragamo, Carlo Cracco che firma un dessert speciale. “Un giro un respiro” il titolo della serata che vede Sting cantare insieme alla moglie, entrambi nominati ambasciatori della Repubblica, ospiti d’onore della serata per promuovere una raccolta fondi.

Chi sia Sting lo sanno tutti. Musicista intellettuale impegnato in numerose cause ambientaliste e umanitarie, compositore e interprete di fama mondiale. Dai Police in poi, quando diventa solista, una carriera grandissima, un performer impeccabile. Osannato da eserciti di fans. Nel maggio 2000, nel mezzo dell’ennesimo tour mondiale, Sting omaggia la sua seconda città, Firenze, regalandole un megaconcerto gratuito al Parco delle Cascine, cui assistono oltre trentamila spettatori.

Sarebbe davvero un problema a San Marino, organizzare qualcosa del genere: non ci sono spazi adatti, e non siamo ancora usciti del tutto dalla pandemia. Ma perché non creare un evento comunque aperto, condivisibile, godibile da tutti? Un appuntamento a cui fosse stato possibile assistere senza mascherina, visto che ancora sono assolutamente “consigliate” anche all’aperto. Le immagini della serata ci presentano personaggi tutti rigorosamente senza: erano tutti vaccinati? Qualcuno ha chiesto loro un tampone con esito negativo? Non ci è dato a sapere.

I social si riempiono delle foto e dei like di chi (pochissimi) ha potuto partecipare alla cena e al concerto. Il resto invece è una valanga di critiche, alcune astiose, altre molto giuste. Infatti, se c’è un evento esclusivo di altissimo livello, non c’è bisogno di fargli pubblicità. Bastano gli invitati. Ma se si pubblicizza, sarebbe bene che fosse organizzato diversamente. Forse, in questo caso, la finalità benefica avrebbe potuto avere ben altra portata.

Infine c’è chi la butta in politica, perché comunque la passerella c’è stata e questo ha fatto scaldare gli animi ancor di più. Probabilmente non a torto, perché se è vero che ha pagato tutto “Pantalone” si potrebbe ragionevolmente pensare che la pubblicità va bene, ma siamo tutti in attesa di sapere quanto beneficio abbia portato.

a/f