Cassa di Risparmio verso un aumento di capitale.
Mai come oggi diventa interessante analizzare i movimenti politici che si susseguono a spron battuto. Movimenti che forse sfuggono ai più, ma che agli addetti ai lavori raccontato una situazione ben più difficile di quella che si vorrebbe dare a bere ai sammarinesi. L’ultimo episodio in ordine di tempo che ha riscaldato sia gli animi, che l’ambiente in Consiglio, sono le dimissioni di Marco Podeschi, Upr. Dimissioni bollate come “irrevocabili”, anche se a quanto pare si sta già lavorando per ricucire: più facile dunque che Podeschi resti in Consiglio e che la querelle interna a Upr possa essere sanata.
A prescindere comunque dall’epilogo di questa “lite”. Il percorso intrapreso da Upr assieme ad Alleanza Popolare non è destinato a bloccarsi, anzi. Proprio a seguito dell’incontro interno a Upr nel quale sono volati gli stracci per la gestione un nuovo approfondimento con Ap e la volontà è non solo quella di andare avanti, ma di chiudere gli accordi nel più breve lasso di tempo. Dall’opposizione, si passa alla maggioranza, dove a tenere banco sono i nodi “polo della moda” e centro storico. Nulla è dato per scontato, anzi il rischio che tutto possa saltare non è da escludere.
L’idea è quella di accontentare tutte le parti in causa, a cominciare dai commercianti sammarinesi. Mentre si discute, la crisi incombe, i nuovi investitori ancora non si vedono, così come i posti di lavoro promessi. Diventa dunque fondamentale dare risposte concrete nel più breve lasso di tempo possibile, perché l’elettorato comincia a rumoreggiare. E non certo da oggi. Il problema dei problemi tuttavia, incredibile a dirsi, non è la disoccupazione. Prima che qualcuno strabuzzi gli occhi davanti a simili affermazioni, mettiamo nero su bianco qualcosa che serpeggia nell’aria da qualche tempo e che oggi è certezza: la liquidità dello Stato è critica. Proprio ieri sul punto si è tenuta una riunione di maggioranza.
Un mancato pagamento degli statali è una opzione che la maggioranza non può permettersi. Ci si trova insomma davanti a un problema che certamente riguarda tutti coloro che hanno ruoli in politica e non solo una parte. Altro nodo da sciogliere è quello relativo alla voluntary disclosure. Stime parlano di parecchi milioni di euro che potrebbero migrare dal Monte, mettendo così a dura prova la liquidità delle banche nostrane, che tuttavia anche grazie alle buone notizie in arrivo dall’Italia puntano comunque a tamponare efficacemente la possibile emorragia.
Di certo le banche non vogliono e non possono dare ulteriore liquidità allo Stato, che ha il dovere di aprire una linea di credito con l’Italia. Proprio alla luce dei rinnovati rapporti e nell’ottica di non provocare ulteriori sofferenze al sistema finanziario del Monte. La stessa Cassa di Risparmio, banca dei sammarinesi, e nella quale lo Stato ci ha messo soldi, necessita probabilmente di un ulteriore aumento di capitale. Il succo insomma è che bisogna fare sistema, se si vuole uscire dalla crisi.
E di certo non aiutano alcune turbolenze politiche. Ap ad esempio non può certo stare a guardare e accettare che venga disatteso quanto messo nero su bianco solo qualche settimana fa, col documento che ha chiuso la verifica di maggioranza.
Che cosa accadrebbe qualora dovessero arrivare nuove, clamorose iniziative da parte del Tribunale? L’obiettivo è quello di prosegue con questo governo, ma questo cammino passa necessariamente attraverso l’otte-nimento di risultati concreti.