Di una cosa sola della passata legislatura si sente veramente la mancanza ed è un’opposizione preparata, quella che nel recentissimo passato è riuscita a scuotere e far cadere un esecutivo che ha compiuto scelte fallimentari per il Paese. L’opposizione di oggi non ricorda nemmeno lontanamente quella di ieri sebbene stia tentando in ogni modo di scimmiottarla. Uno spettacolo che è andato in scena anche mercoledì durante la trasmissione in onda su Rtv ‘Palazzo Pubblico’ condotta da Monica Fabbri dove il duo Zafferani-Morganti ha cercato di ammortizzare le responsabilità del recente passato continuando ad alzare un polverone sulla nomina dei garanti che non sarebbe stata condivisa con l’opposizione e sul mancato inserimento degli npl nel decreto che introduce un principio di equità, chiamando anche le società di capitali al pagamento della patrimoniale. Due argomenti deboli, anzi debolissimi, così come è emerso dalla risposta del capogruppo della Dc Francesco Mussoni. “Rispetto alle nomine del Collegio Garante – ha detto il consigliere della Dc – abbiamo fatto una scelta, non è stata arroganza, abbiamo deciso di ripristinare la totalità del Collegio indicando delle figure di altissimo livello e lo abbiamo fatto evidentemente nel rispetto delle regole. Abbiamo presentato le candidature nel primo udp, l’opposizione non ha presentato candidature né nel primo né nel secondo udp. Capisco l’opposizione che ha fatto della nostra prontezza una battaglia politica. E’ però sbagliato ridurre il dibattito maggioranza/opposizione, noi abbiamo fatto una scelta istituzionale”. A Zafferani che ha fatto venire avanti il concetto della prassi che non sarebbe stata rispettata ha risposto il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa: “Un governo è legittimato a governare. Qui si parla di prassi, si è parlato di dare le presidenze delle commissioni alle opposizioni. Abbiamo visto come è finita quell’esperienza nella scorsa legislatura quando forse si doveva andare a giustificare qualcosa. Lo scopo qui è la salvaguardia dello Stato, lo scorso governo invece ha comandato nascondendosi dietro al paravento dei buonisti. Noi eravamo pronti il 2 di gennaio in udp, l’opposizione non era pronta. Fa impressione sentire chi ha comandato per 3 anni fare la morale. Che il nostro metodo è diverso lo si è potuto toccare con mano nella seduta consiliare dove i decreti dell’esecutivo precedente sono stati tutti ratificati, alcuni con emendamenti approvati addirittura all’unanimità. Un governo che comanda questa scelta non la avrebbe fatta”. La riflessione più dura è stata quella del consigliere di Npr Gian Nicola Berti, anche lui ospite della trasmissione di Monica Fabbri. “Uno dei membri nominati in seno al Collegio Garante è l’avvocato Kristina Pardalos che ha preso 56 voti. Visto che il Consiglio d’Europa di cui Pardalos faceva parte raccomanda vivamente agli stati nel momento in cui i giudici della corte europea tornano nel loro paese di appartenenza, di dare una assegnazione lavorativa che sia consona alla funzione precedente, mi chiedo perché questo nome non sia stato fatto prima. Il problema è che c’era una maggioranza che pensava a tutto fuorché ai problemi del Paese. Quella di Adesso.sm era una logica meramente spartitoria, non hanno nominato prima Pardalos perché è una persona indipendente che non rientrava tra i loro proseliti. Noi dobbiamo nominare persone che possano assicurare un profilo di competenza e indipendenza. Si vuole condannare il paese all’immobilismo, una stragrande maggioranza ha presentato profili di altissimo livello e si doveva aspettare una opposizione che per oltre 1,5 anni non è stata pronta a farlo”? E’ stato poi il consigliere di Dml Mirko Dolcini a spiegare con molta chiarezza il concetto della prassi. “E’ ovvio – ha sostenuto – che in passato ci si è rivolti all’opposizione per le nomine, ciò che si è chiamata prassi è stata la necessità di voti visto che la nomina richiede una maggioranza qualificata”.
