San Marino. Strappo di Renzi: ecco cosa succederà in Italia e gli effetti sul Titano – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

Per carità, San Marino ha le sue belle gatte da pelare senza bisogno di dover pensare all’Italia. Eppure dopo lo strappo di Matteo Renzi, toccherà buttare un occhio oltre confine. Potrebbe infatti capitare che i rapporti tessuti sino ad oggi con i vari ministri e sottosegretari vadano a farsi benedire in caso di rimpasti o addirittura elezioni anticipate. Ma che cosa è successo e che cosa succederà? Proviamo a spiegarlo il più sinteticamente e chiaramente possibile. Ufficialmente Renzi ha ritirato i suoi due ministri (più Scalfarotto), aprendo di fatto la crisi, a causa del piano di gestione del Recovery Fund, lo strumento economico per aiutare le economie in affanno per la crisi dovuta al Coronavirus. Sarà anche così, ma l’impressione è che una rottura talmente violenta in piena pandemia, possa invece nascondere motivi più personali e politici. La verità è che il folletto toscano ha il 2% e non conta più nulla e per sopravvivere deve fare fuori Conte. Ma perché rinunciare a due ministri, dunque a due scranni? Semplice, la sua sicurezza di politico scafato parte dal presupposto, correttissimo, che il Movimento 5 Stelle deve evitare nuove elezioni come la peste. E per farlo sarebbe pronto a tutto e a votare chiunque. E se non si va alle urne, può accadere realmente qualsiasi cosa e Renzi ritornare centrale, soprattutto nel caso dovesse arrivare un nuovo Presidente del Consiglio. Non scordiamoci inoltre che l’Italia dovrà votare il nuovo Presidente della Repubblica (fra un anno) e sul tavolo c’è anche tutta la partita della riforma elettorale. Insomma ci sono i presupposti – almeno sulla carta e nella testa di Renzi – per andare avanti fino a fine legislatura e tornare a dettare l’agenda. Allo stesso tempo passare dal 2% ad un 10% dei consensi, soglia che lo farebbe diventare determinante quando ci saranno le elezioni. I vari analisti politici in queste ore snocciolano numerosissimi possibili scenari. Tutto corretto, essendo l’Italia una Repubblica parlamentare i numeri possono essere trovati in svariati modi. Così come – sempre sulla carta – Conte e partiti hanno dalla loro tantissimi e variegati scenari. Credo però realisticamente vi siano solo un paio di possibilità. Che poi sono quelle sulle quali “scommette” lo stesso Renzi e sulle quali si è basata la sua strategia. Conte se vuole mantenere la “cadrega” deve andare alla conta al Senato. Gli mancano una decina di voti per incassare la fiducia. Potrebbe ottenerli dai cosiddetti senatori responsabili e da Silvio Berlusconi. Una volta superato questo scoglio nascerà un nuovo gruppo parlamentare al Senato che garantirà la sopravvivenza del professore pugliese. Alla Camera il problema non si pone perché i numeri sono blindati. Che i conti… tornino (scusate il gioco di parole) non è scontato, anzi. E neppure che il Presidente Mattarella possa accettare una soluzione di questo tipo. Ecco quindi la seconda ipotesi: se non arriva la fiducia si dovrà fare un altro governo. E qui può scatenarsi la fantasia. A cominciare dal governissimo a trazione Mario Draghi, per dirne una (io scommetto fortemente su questa ipotesi e su ‘super Mario’ nuovo premier). Escludo, per ora, le urne. Vedremo. E vedremo pure se l’aria italiana contagerà il Titano. Anche sul Monte infatti sono già partiti movimenti più o meno sotterranei, riallineamenti e correnti all’interno dei partiti. Si pensa già al futuro, per quanto all’ombra delle Tre Torri nulla faccia pensare nell’imminenza ad elezioni anticipate. C’è una visione che accomuna San Marino con Roma: quella di fare fuori dai futuri scenari politici quei soggetti percepiti come più “estremi”, leggasi Lega e 5Stelle. Lasciamo ai lettori traslare questa idea in Repubblica, dove tuttavia c’è chi sta lavorando alacremente proprio nella direzione opposta…

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”